Brunix Ha scritto:Il mio discorso non era capire chi ce...ma capire come usarlo! :haha:
NON come facebook. Su Twitter quello che scrivi è pubblico, chiunque passi dal tuo twitter ti può leggere, che sia iscritto al network o no. Nasce come piattaforma di micro-blogging molto orientata al sociale. Ovvero, è come un blog però:
- i messaggi devono essere brevi ed essenziali (esempio: 140 caratteri; i video, come le immagini, sono solo linkati, non "embedded")
- c'è una comunità di iscritti che puoi coinvolgere direttamente (o che ti può coinvolgere) tramite la citazione dirette, il re-blog o l'avvio di "trend" secondo parole chiave (detti hashtag) e che puoi seguire attivamente come "follower", che è diverso dall'amico di facebook. Il follow di per sé è solo una comodità per seguire un flusso di tweet invece che andartelo a cercare sul web.
- essendo un blog, chiunque su internet può usufruire dei contenuti anche senza essere iscritto.
Ad esempio, per coinvolgere un altro utente di twitter nel tuo twit, basta che scrivi @nome_utente nel tuo twit (un po' come poi è stato aggiunto su FB). Non esistono i commenti al twit, ma chi è iscritto può rispondere al twit con un altro twit, tramite apposita funzione. Quello che nasce è una serie di twit, legati dalla catena di risposte.
Inoltre si può re-twittare qualcosa scritto da un altro twitter, senza esserne follower (o viceversa)
Infine gli hashtag sono una figata. Quando c'è stato il caso della tunnel dei neutrini, bastava postare un twit con l'hashtag #tunnelgelmini per vederlo apparire nella lista di tutti i twit mondiali sull'argomento. Stessa cosa quando c'era stato il caso #Sucate della Moratti. Poi ci sono i tag #voyager e #mistero che mi fanno pisciare. Attualmente la top 3 degli hashtag italiani è:
[B][/B]
sono stato spiegato?