Vale Ha scritto:sinceramente visto che la "multa pazza" è limitata ad un solo episodio dal 2004 a questa parte tendo ad escludere la clonazione della targa, piuttosto opto per la cattiva trascrizione della targa... il problema è che posso anche dimostrare che quel giorno di luglio io fossi a Milano, ma il problema è dimostrare che la mia macchina fosse parcheggiata sotto casa...
per dimostrare che la multa era stata notificata oltre i 150 giorni credo che sia necessario ritrovare l'originale (che sono convinta di non aver buttato, ma che non ho ancora ritrovato)
temo che andare per avvocati senza carte alla mano renda inutile anche il tentativo.
ho 60 giorni per ritrovare tutto e informarmi, al massimo mi toccherà donare al comune di Napoli 88 euro...
(dovrò convincermi che si tratti di beneficenza per riuscire a mandare giù un simile boccone amaro!!!)
Con un atto in opposizione all'esecuzione non sei nemmeno vincolata ai 60 giorni previsto dal CdS...
Rob72 Ha scritto:no win no fee?
per una multa?
e se uno vince cosa vince? il mongolino d'oro?
e l'avvocato che, rara mosca bianca, combatte solo le cause giuste ed evita in tutti i modi di prendere i soldi ai propri clienti, su cosa basa il proprio compenso (dal momento che le spese sarebbero sicuramente oggetto di compensazione)? magari applica la percentuale del 10% della somma risparmiata (ovvero meno di 9 euro)?
Insisto col dire che per 88 euro uno è meglio che uno ci pensa da solo oppure paga e risparmia denaro e, soprattutto, il proprio ben più prezioso tempo.
Le spese generalmente vengono compensate soltanto in caso di partecipazione personale al giudizio. La ragione è ovvia e non sto a spiegartela.
Sono avvocato da poco più di un anno, e ritengo che per acquisire maggiore esperienza casi come quello che Vale ci ha presentato (purtroppo per lei) possano essermi molto utili. Ciò al di là del riconoscimento economico che ne deriva, anzi direi indipendentemente da esso: da cause promosse per opporsi a sanzioni ingiuste ed ingiustificabili o balzelli, pur da pochi euro, derivanti da politiche illecite di soggetti con i quali abbiamo quotidianamente a che fare (uno a caso, Telecom), derivano spessissimo importanti occasioni di riflessione giurisprudenziale.
Analizzando l'ampia produzione della Cassazione, analizzando le motivazioni delle sentenze e non solo (come molti fanno) le massime, si scopre agevolmente che una percentuale assolutamente rilevante delle pronunce deriva da giudizi il cui quantum era IRRISORIO.
Ciò in quanto a pesare non è il singolo caso, ma l'estrema diffusione di comportamenti illeciti (moltiplica 88 euro per tutti quelli che hanno ingoiato il rospo e pagato sanzioni relative ad infrazioni mai commesse e ti accorgerai delle dimensioni del fenomeno) che una generale impunità comporterebbe.
Ergo, ai grandi processi si applicano orientamenti giurisprudenziali scaturiti da cause instaurate in linea di principio.
I soldi, l'ho già capito, non li faccio con le cause, ma con l'attività stragiudiziale relativa a grandi affari. Per fortuna il lavoro non mi manca, ma ritengo che lo stimolo all'aggiornamento e l'approfondimento (cioè ad essere un professionista sempre migliore) trovi nel contenzioso un importante sprone. Credo, peraltro, di non essere l'unico giovane avvocato a pensarla così.
Come è già accaduto in altre discussioni di contenuto analogo, e voglio precisarlo anche ora, non sto qui per instillare convinzioni, ma soltanto per cercare di dare una mano affermando, sulla scorta di dati oggettivi e citando sempre le relative fonti normative/giurisprudenziali, se il caso presentato possa trovare un riscontro giudiziale positivo o meno (e in che modo conviene muoversi).
Nella mia ingenua convinzione di dare una mano, sperando che lo sforzo sia apprezzato (anche le consulenze, di norma, si pagano), mi ritrovo di fronte ad opinioni di stampo scettico-disfattista che paiono puntare alla pura e semplice negazione lasciandomi troppo spesso con l'amaro in bocca. Un po' di rispetto non guasterebbe.