Dangerfield78 Ha scritto:C'è un problema ancora più grande che sta alla base del non dichiarato e del lavoro in nero.
Se dall'oggi al domani pinco pallino decidesse di aprire una P.I. per la sua attività/professione, sa già che dovrà versare circa 8000 euro di contributi annuali a fatturazione 0... cioè significa che se non fattura un solo euro in un anno dovrà cmq sborsarne 8000.
(8000 euro all'anno sono 666 euro circa al mese.... conosco molti che percepiscono stipendi simili)
Una cosa del genere scoraggia non poco e fa si che chi si trova in una situazione di startup, si vede invischiato in un limbo (black) in cui non ha ne una mole di lavoro sufficiente ne delle garanzie per aprire una PI... cosa che tra l'altro gli preclude la possibilità di accedere ad una clientela che non gradisce il nero.
Ed è così che le frattempo si "attende" (a tempo indeterminato!) la famosa "svolta", la grossa mole di lavoro, che ti dovrebbe spingere al grande passo (in effetti ha la valenza di un matrimonio).
Se si aggiunge che l'impoverimento generale spinge l'acquirente a chiedere costantemente prezzi dimezzati... il gioco è fatto... non se ne esce più.
Beh dai non e' proprio così: io sto mettendo su un'attivita' proprio in questo periodo e vengo comunque da parentesi da libero professionista che mi ha portato comunque ad avere circa un anno a fatturazione ZERO (lavoravo con p.iva in una societa' che ha chiuso come agente e nel mio ambiente e' stato abbastanza difficile ricollocarsi tant'e' che ho deciso di cambiare tutto e di dedicarmi ad una mia passione per farne un lavoro) .
Idem la mia ragazza che ha inaugurato la sua nuova attivita' proprio il mese scorso.
SE sei a ZERO non hai altri costi se non l' INPS, almeno per una ditta individuale o un libero professionista per circa 3200€/anno a cui vanno aggiunti i costi di iscrizione alla camera di commercio che sono circa 88€/anno.
Questo almeno se sei nel regime dei minimi (sia vecchio che nuovo), ma so che anche se sfori i minimi i costi piu' o meno sono gli stessi...semmai ti rompono le pelotas con gli studi di settore...diciamo che sono questi che rovinano un bel po' le cose perche' se uno fa piu' di quello che e' richiesto dallo studio di settore evade per non superare lo scaglione (anche nell'ottica che se quest'anno sfora l'anno successivo e' sullo scaglione sopra e se le cose non vanno bene per una miriade di motivi e fa meno dell' anno precedente lo riempiono di controlli e lo massacrano), se al contrario fa meno sono comunque caxxi perche' devi giustificare il perche' hai fatto meno!
Cioe' e' assurdo!!! anche perche' non tengono conto piu' di tanto della situazione economica, della zona in cui sei, del reale lavoro che fai...voglio vedere l'anno prossimo a me che vendo solo on line ricambi per auto d'epoca e alla mia ragazza che ha un centro studi (dove fanno ripetizioni legalizzate) a che studio di settore si riferiranno! Vorro' ridere!
Ricambi auto d'epoca, sportive anni '80/'90, youngtimers - consulenze - restauri: www.worksgarage.it
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La storia non è solo quella scritta sui libri di scuola...corre anche su strada
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