Prima di passare alla lettura della risposta, vorrei consigliare la visione di questo video:
http://www.youtube.com/watch?v=06fmKbLBCd0
Il contatto più vicino che ho avuto con quest'uomo è stato attendere la metro alla mia stessa stazione, era con sua moglie. Non per santificarlo e glorificarlo, però questo fatto mi ha dato un certo senso di privilegio positivo verso la veridicità delle sue parole, o per lo meno con una traettoria morale più terra-terra che terra-aria.
Io credo e ne rimarrò convinto penso fino a che non ci saranno dei riscontrabili risultati (per cui è possibile che queste posizioni rimangono nella mia immaginazione in eterno) che questo paese sia quello con i margini di progresso e sviluppo più alti del mondo occidentale. Non per campanilismo, per mitologia, mammonismo compulsivo, berlusconesimo simposico, ma per esperienza.
Una delle principali cause che hanno drammaticamente fermato questo paese è stato il crollo del mondo dell'edilizia italiana, la vera madre generatrice del consumismo interno del nostro territorio. Il crollo del mattone ha portato dietro di sè un indotto più o meno diretto spaventoso (dall'arredamento alle auto, dalle banche alla nautica).
Uno dei paesi con una delle più grandi emergenze architettoniche nei paesi sviluppati è proprio l'Italia.
Abbiamo un patrimonio storico con potenzialità uniche e irripetibili, in condizioni che meriteremmo la galera.
Abbiamo un patrimonio edilizio residenziale pessimo dal punto di vista energetico, che vista la nostra situazione riguardo materie prime e fonti rinnovabili, andrebbe immediatamente ridimensionato.
Abbiamo un apparato infrastrutturale ed edilizio statale vetusto, ridicolo, inefficiente ed inadeguato.
Possiamo continuare quanto vogliamo nei campi dell'estrazione del carbone, della siderurgia, fare battaglie anche epiche, che tanto perderemo sempre in maniera tanto rapida quanto inesorabile. E' come andare in Nigeria a produrre il Parmigiano Reggiano. Ci puoi anche riuscire, ma nel momento in cui avrai la possibilità di immettere sul mercato la tua prima fetta produttiva (dopo aver: acquistato e trasportato il bestiame giusto per l'apporto della materia prima, localizzato l'area adeguata per l'allevamento con il relativo fabbisogno alimentare, acquisito le competenze tecniche, chimiche e produttive, con la relativa assunzione di un organico più unico che raro, aver costruito una struttura che in confronto al vicinato sembrerà più simile a un astronave) gli altri ne avranno già piazzate dieci.
E' importantissima la frase: siamo l'0,83% del mondo a cui tutti guardano. Per quello che posso testimoniare per il mio lavoro, passione ed esperienza....è proprio cosi. Se non ci concetreremo sulla produzione di autenticità e sull'adeguamento e sviluppo del nostro patrimonio, saremo cancellati, non solo come stato ma come popolo. In una realtà economica così globalizzata, così replicabile, così sradicata l'unico punto di forza a noi imputabile è l'unicità. E non dobbiamo inventarci nulla, dobbiamo solo tornare a una mentalità di 52 anni fa.
E' per questo che non posso che trovare folle, illogica, irresponsabile, inscusabile la condizione economica ma sopratutto sociale in cui si trova oggi questo paese.
Stiamo perdendo la generazione migliore dai tempi del dopoguerra a oggi.
http://www.youtube.com/watch?v=06fmKbLBCd0
Il contatto più vicino che ho avuto con quest'uomo è stato attendere la metro alla mia stessa stazione, era con sua moglie. Non per santificarlo e glorificarlo, però questo fatto mi ha dato un certo senso di privilegio positivo verso la veridicità delle sue parole, o per lo meno con una traettoria morale più terra-terra che terra-aria.
Io credo e ne rimarrò convinto penso fino a che non ci saranno dei riscontrabili risultati (per cui è possibile che queste posizioni rimangono nella mia immaginazione in eterno) che questo paese sia quello con i margini di progresso e sviluppo più alti del mondo occidentale. Non per campanilismo, per mitologia, mammonismo compulsivo, berlusconesimo simposico, ma per esperienza.
Una delle principali cause che hanno drammaticamente fermato questo paese è stato il crollo del mondo dell'edilizia italiana, la vera madre generatrice del consumismo interno del nostro territorio. Il crollo del mattone ha portato dietro di sè un indotto più o meno diretto spaventoso (dall'arredamento alle auto, dalle banche alla nautica).
Uno dei paesi con una delle più grandi emergenze architettoniche nei paesi sviluppati è proprio l'Italia.
Abbiamo un patrimonio storico con potenzialità uniche e irripetibili, in condizioni che meriteremmo la galera.
Abbiamo un patrimonio edilizio residenziale pessimo dal punto di vista energetico, che vista la nostra situazione riguardo materie prime e fonti rinnovabili, andrebbe immediatamente ridimensionato.
Abbiamo un apparato infrastrutturale ed edilizio statale vetusto, ridicolo, inefficiente ed inadeguato.
Possiamo continuare quanto vogliamo nei campi dell'estrazione del carbone, della siderurgia, fare battaglie anche epiche, che tanto perderemo sempre in maniera tanto rapida quanto inesorabile. E' come andare in Nigeria a produrre il Parmigiano Reggiano. Ci puoi anche riuscire, ma nel momento in cui avrai la possibilità di immettere sul mercato la tua prima fetta produttiva (dopo aver: acquistato e trasportato il bestiame giusto per l'apporto della materia prima, localizzato l'area adeguata per l'allevamento con il relativo fabbisogno alimentare, acquisito le competenze tecniche, chimiche e produttive, con la relativa assunzione di un organico più unico che raro, aver costruito una struttura che in confronto al vicinato sembrerà più simile a un astronave) gli altri ne avranno già piazzate dieci.
E' importantissima la frase: siamo l'0,83% del mondo a cui tutti guardano. Per quello che posso testimoniare per il mio lavoro, passione ed esperienza....è proprio cosi. Se non ci concetreremo sulla produzione di autenticità e sull'adeguamento e sviluppo del nostro patrimonio, saremo cancellati, non solo come stato ma come popolo. In una realtà economica così globalizzata, così replicabile, così sradicata l'unico punto di forza a noi imputabile è l'unicità. E non dobbiamo inventarci nulla, dobbiamo solo tornare a una mentalità di 52 anni fa.
E' per questo che non posso che trovare folle, illogica, irresponsabile, inscusabile la condizione economica ma sopratutto sociale in cui si trova oggi questo paese.
Stiamo perdendo la generazione migliore dai tempi del dopoguerra a oggi.