Dangerfield78 Ha scritto:Fly non fraintendere... per me il rinfacciarsi le cose più o meno recenti lo trovo decisamente un modo posticcio di confrontarsi. Quando si parla di regno delle due sicilie, di fascismo, padania, Berlusca etc... la sensazione è quella di aprire un armadio di una casa di anziani in campagna e di essere investito da quel tipico odore di muffa misto a naftalina.
Sono pronto a testimoniare che molti padri di questo paese, mentre erano a tavola, a pranzo o a cena, con la propria famiglia abbiano passato e passino tuttora ai propri figli, messaggi vetusti e privi di contenuto. Molti di loro brandiscono la parola "lavoro" come una scure su tutto quello che è scolastico o sulla cultura in generale.
Questo paese sognava grazie a questa gente di poter diventare competitivo con la quantità e non col la qualità ed è per questo che la Cina, prima ci fatto il cul* sulla quantità (era ovvio...sono e lavorano decisamente di più) ed ora a distanza di 20anni ci fanno il mazzo anche con la qualità...
...e si!...ci offrono anche dei gran bei soldini a chi ha le qualità e non le ha potute sfruttare in un paese che non aveva orecchie per poterle ascoltare.
La vera ricchezza di cui però nessuno ancora ha parlato, è quella forza-lavoro sottopagata per decenni, che prendeva la borsa di cartone nel paesino sperduto della sicilia e raggiungeva il nord italia rendendolo ancora più ricco.
La gente del sud per anni (e forse anche oggi), è stata una vera e propria miniera d'oro per i signori del nord.
Capisco cosa intendi. Anche qui non sono d'accordo su tutto, ma in gran parte condivido.
Diciamo che sul discorso istruzione VS lavoro quello che dici in parte e' vero, ma riguarda una piccola minoranza o meglio ha altre metodologie: il padre lavora, e' quello che ha messo in piedi l'azienda facendosi un mazzo così, il figlio capisce che comunque oltre alle capacita' produttive e qualitative servono anche conoscenze diverse e capacita' imprenditoriali (dalla vendita al sapersi proporre con prodotti nuovi, a nuovi mercati e magari con procedure nuove).
Il padre-padrone, nel senso che e' lui il titolare dell' azienda, che ha una visione piu' chiusa non capisce le effettive opportunita' e decide, visto che ha l'ultima parola, di fare comunque come gli pare, magari dicendo al figlio "ma stai zitto che non ne capisci nulla...quel diplomino non ti e' servito a niente...'sta baracca l'ho messa su io e so come fare", salvo non considerare che il mondo galoppa e che il suo modo di pensare e' errato!
In questo caso ti do ragione...poi pero' ci sono anche quelle aziende in cui il padre mette su l'ambaradan e lo fa andare a gonfie vele, il figlio (su cui il padre crede) sviluppa ulteriormente il proprio business facendo prosperare l'azienda...poi arriva il nipote, che magari non capisce niente nemmeno se lo chiami per nome, che non ha mai avuto idea di cosa vuol dire mandare avanti un'azienda o che purtroppo per sua natura non ha le dovute capacita', competenze e carattere, che invece di mandare avanti la baracca la demolisce.
Fortunatamente i due casi sopra elencati sono abbastanza rari ormai...certo la concorrenza "sleale" orientale fatta di manodopera sottopagata, con turni al limite dell' umano, senza alcun diritto e con qualita' scadente, ma a basso costo ha contribuito a fare i suoi bei danni!
Sulla ricchezza della forza lavoro la penso allo stesso modo: prima c'erano i meridionali, poi gli extracomunitari, poi entrambi, ora invece i profughi africani...poi magari ci dimentichiamo che questi spessissimo hanno fatto tutta una serie di lavori utili alla comunita' che noi stessi italiani non abbiamo voluto fare. Ne e' un esempio il fatto che nonostante la crisi recentemente in un comune d'italia (non ricordo quale) un bando di concorso per operatori ecologici e' andato deserto dagli italiani.
Capisco voler fare un lavoro per il quale si e' studiato, ma in mancanza di altro si puo' provare ad adattarsi anche a lavori piu' umili, ma comunque sempre dignitosissimi ed utili e che permettono per lo meno di andare avanti...o comunque a farsi esperienza
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La storia non è solo quella scritta sui libri di scuola...corre anche su strada
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