"Sfatiamo innanzitutto un mito: quello del dire entro e vado piano.
Questa è una cazzata tremenda perchè andare piano li dentro è più pericoloso dell'andar forte. C'è gente che vive li dentro ed è il 50% della gente che ti ritrovi nel tuo stesso turno. Questi con qualsiasi cosa girino hanno andature oltre la logica e non seguono traettorie strettamente pulite perchè passano ovunque e vogliono superare chiunque. ci son momenti che ti ritrovi in mezzo alla gara tra il gt3 e il golf gti dell'82 slickato e rollato e vorresti solo sparire per vedere come se le danno quei 2. Li ci sono gli m3 e i 911 più veloci della terra, che qualunque auto tu abbia, loro girano esattamente al doppio della tua velocità e questa cosa ti crea il classico effetto "sorpasso" in autostrada, quando alla tua andatura normale, vedi arrivare quello a cannone che ti da una pettinata che ti atterrisce. Poi ci sono le moto, che come ben sai hanno andature e traettorie in curva opposte a quelle delle macchine, per cui (almeno per me) son imprevedibili. Ma il problema più grande secondo me è la consapevolezza psicologica (che si trasforma naturalmente in un blocco mentale) di essere a 1000 km da casa e se qualcosa va storto devi pagare il recupero dentro la pista, i danni stessi alla pista e devi trovare il modo per tornare a casa (che già quello non scherza, figurati far rientrare anche la macchina). Ci son 3 categorie di piloti al ring (piloti, non turisti sia chiaro!) : chi è veramente bravo, quindi va forte con cognizione e adrenalina, ma perchè sono che ci gira con almeno due spedizioni all'anno e quasi mai quando c'è l'apice dell'affluenza, chi è veramente ricco, quindi ha un margine sostanziale con cui poter correre e qualsiasi cosa succeda è coperto e quindi non ha preoccupazioni di sorta, chi è dotato dello switch off cerebrale, ovvero entra e stacca tutto, quel che sarà-sarà; quest'ultima categoria non è fatta da pochi individui, anzi sono tra i più popolari, ma sono anche i più giustificabili. Tu arrivi lì e ti accorgi coi tuoi occhi che è uno dei posti più belli del mondo: strade meravigliose, paesaggi incredibili e poi un contorno imparagonabile, fatto di auto preparate al massimo della capacità, gestite da una passione totale presente in chiunque tu possa incontrare, da chi guida a chi fa foto per strada. Non vuoi fare altro allora che far parte del mito anche tu, vuoi entrare, vuoi girare, vuoi far vedere anche a gli altri cosa sei capace di fare e vieni travolto da baraonda, tuoni di scarico, spettatori a lato pista e da competitor che individui come gestibili e affrontabili, in quanto sai che come potenza e leggerezza possono starti dietro. Tutto batte: il cuore, i timpani, la mano sul cambio, gli occhi strizzati nel casco e hai il brivido costante di non saper mai cosa c'è dietro la prossima curva per quanti video e playstation tu abbia visto. Sai che la gente lì batte forte e ci muore, non sai mai se la bandiera sventola per quello che è successo a un km da te o a 20 m. Ma lo scalpo da portar via con te lo desideri, per cui vai, vai, pesti e mordi duro e quando arrivi al rettilineo finale e sai che dovrai uscire e sopratutto sai che è andato tutto bene, ti senti scarico di tutto e non ti serve altro.
Son riuscito a render l'idea?"
Anonimo (non sono io)
Questa è una cazzata tremenda perchè andare piano li dentro è più pericoloso dell'andar forte. C'è gente che vive li dentro ed è il 50% della gente che ti ritrovi nel tuo stesso turno. Questi con qualsiasi cosa girino hanno andature oltre la logica e non seguono traettorie strettamente pulite perchè passano ovunque e vogliono superare chiunque. ci son momenti che ti ritrovi in mezzo alla gara tra il gt3 e il golf gti dell'82 slickato e rollato e vorresti solo sparire per vedere come se le danno quei 2. Li ci sono gli m3 e i 911 più veloci della terra, che qualunque auto tu abbia, loro girano esattamente al doppio della tua velocità e questa cosa ti crea il classico effetto "sorpasso" in autostrada, quando alla tua andatura normale, vedi arrivare quello a cannone che ti da una pettinata che ti atterrisce. Poi ci sono le moto, che come ben sai hanno andature e traettorie in curva opposte a quelle delle macchine, per cui (almeno per me) son imprevedibili. Ma il problema più grande secondo me è la consapevolezza psicologica (che si trasforma naturalmente in un blocco mentale) di essere a 1000 km da casa e se qualcosa va storto devi pagare il recupero dentro la pista, i danni stessi alla pista e devi trovare il modo per tornare a casa (che già quello non scherza, figurati far rientrare anche la macchina). Ci son 3 categorie di piloti al ring (piloti, non turisti sia chiaro!) : chi è veramente bravo, quindi va forte con cognizione e adrenalina, ma perchè sono che ci gira con almeno due spedizioni all'anno e quasi mai quando c'è l'apice dell'affluenza, chi è veramente ricco, quindi ha un margine sostanziale con cui poter correre e qualsiasi cosa succeda è coperto e quindi non ha preoccupazioni di sorta, chi è dotato dello switch off cerebrale, ovvero entra e stacca tutto, quel che sarà-sarà; quest'ultima categoria non è fatta da pochi individui, anzi sono tra i più popolari, ma sono anche i più giustificabili. Tu arrivi lì e ti accorgi coi tuoi occhi che è uno dei posti più belli del mondo: strade meravigliose, paesaggi incredibili e poi un contorno imparagonabile, fatto di auto preparate al massimo della capacità, gestite da una passione totale presente in chiunque tu possa incontrare, da chi guida a chi fa foto per strada. Non vuoi fare altro allora che far parte del mito anche tu, vuoi entrare, vuoi girare, vuoi far vedere anche a gli altri cosa sei capace di fare e vieni travolto da baraonda, tuoni di scarico, spettatori a lato pista e da competitor che individui come gestibili e affrontabili, in quanto sai che come potenza e leggerezza possono starti dietro. Tutto batte: il cuore, i timpani, la mano sul cambio, gli occhi strizzati nel casco e hai il brivido costante di non saper mai cosa c'è dietro la prossima curva per quanti video e playstation tu abbia visto. Sai che la gente lì batte forte e ci muore, non sai mai se la bandiera sventola per quello che è successo a un km da te o a 20 m. Ma lo scalpo da portar via con te lo desideri, per cui vai, vai, pesti e mordi duro e quando arrivi al rettilineo finale e sai che dovrai uscire e sopratutto sai che è andato tutto bene, ti senti scarico di tutto e non ti serve altro.
Son riuscito a render l'idea?"
Anonimo (non sono io)