Enuma Ha scritto:Ho citato le moto per affermare che la difficoltà di guida del mezzo può essere accompagnata da un più che accettabile livello di sicurezza proprio grazie ai circuiti di nuova concezione. Pensa al contrario al TT dove ci sono quasi 2 morti di media all'anno causa la pista.
Se ne hai voglia, ti consiglio caldamente un paio di libri veramente affascinanti in cui questi temi risaltano in modo impressionante:
"Matti dalle gare" e "Gli indisciplinati" (di Luca delli Carri)
Ne vale la pena credimi.
Ce ne sarebbero altri ovviamente ma questi sono anche scritti bene.
Guarda che io sono d'accordo con te.
Il mio discorso sulla differenza di spettacolarità tra MotoGP e F1 sta proprio in quello che affermi: le MotoGP hanno visto un incremento della sicurezza legato quasi esclusivamente alle modifiche nella realizzazione delle piste, e poco sulle moto. Il mezzo "motocicletta" rimane intrinsecamente insicuro, quindi pericoloso. La caduta c'è oggi QUASI come 30 anni fa. La differenza la fa il posto in cui cadi. Anche se pure in MotoGP le recenti rotture al Sic, redarguito solo perché irruento, mi hanno preoccupato molto su questo aspetto.
La F1 ha visto un incremento della sicurezza, invece, legato sia ai circuiti che ai regolamenti che alle auto, diventate quasi solo (ovviamente con i dovuti rapporti) dei carrelli legati ad un binario. Ormai sono talmente condizionati dalla prestazione in sicurezza che la rottura degli schemi è diventata "un rischio". Adesso appena succede un incidente per un sorpasso non chiuso, i piloti vanno sotto inchiesta. Ma come può un pilota essere invogliato a prendere rischi se appena fa una cavolata lo mettono sulla graticola? E soprattutto: per lo spettacolo BISOGNA prendere rischi. E' la sconfitta del pericolo, il lavoro al suo limite, che dà quel salto al cuore che chiamiamo spettacolo. Villeneuve ed Arnoux hanno rischiato di ammazzarsi MILLE volte http://www.youtube.com/watch?v=9CsUp456gX4 e tra ruotate, uscite di pista, rischi enormi presi la stessa cosa, OGGI, sarebbe sanzionata mille volte.
E' diverso l'ambiente, molto più asettico. Sono diversi i piloti, molto più lamentosi. E' diverso il pubblico, molto meno disposto ad ammettere che il rischio vero fa parte dello spettacolo.
Ciao
Ale