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Da una F1 ad una berlinetta comoda comoda
#26
Fiabeschi Ha scritto:Io faccio distinzione tra due cose:
- prendere e accettare dei rischi coscientemente
- fare un lavoro col ***** e una puttanata cosmica

Ecco, i primi sono quelli che rendono appassionanti le competizioni, i secondi creano tragedie. Vedi appunto una saldatura fatta male, su due materiali che non andavano saldati, al piantone dello sterzo. Oppure uno spigolo in cemento prima dell'ultima chicane di Suzuka che ti porta via il buon Kato semi esordiente in motogp.

Per non farsi male, non c'è bisogno di ibernarsi, no? Big Grin

Just my 2 cents.

[E comunque insisto, il problema di chi fa e costruisce F1 non è la sicurezza di 20 pellegrini che guidano, il problema è fare automobili che anche un deficiente possa portare da A a B senza spalmarsi su un muro]


Il limite tra un lavoro fatto col ***** ed che abbia conseguenze tragiche ed uno fatto allo stesso modo che non le abbia è molto labile. Prendo sempre l'esempio di Villeneuve-Arnoux: se una delle toccate invece di andare CASUALMENTE bene fosse diventata un incidente tragico? Oppure avesse semplicemente portato all'eliminazione di uno dei due? Saremmo qui a ricordarla allo stesso modo? Non si può pensare che un rischio preso coscientemente sia la stessa cosa di un rischio "o la va o la spacca".
Il rischio calcolato NON è un rischio. E' semplicemente lasciare più possibilità al fato.

A caldo è tutto differente. Un giorno mi sono reso conto di esser saltato giù da un muretto di 5 metri senza pensarci. A freddo l'avrei fatto? No. Ma la necessità del momento mi ha fatto fare qualcosa di molto pericoloso. Idem per gli sport "pericolosi". Accetti IL RISCHIO, non il calcolo del rischio. Se già puoi permetterti di calcolarlo allora non è la stessa cosa. Ecco, forse in una evoluzione del mio concetto: hanno rimosso il rischio dell'improvvisazione. Improvvisare significa davvero lasciare al caso molto più di quello che faresti con un rischio calcolato.

Ciao
Ale
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