.SharK Ha scritto:+1 per Fiabeschi. 10 anni senza lavorare sono tantissimi.
Quelli che conosco che ci hanno messo 6 anni per finire la triennale in ingegneria stanno ancora cercando lavoro adesso (a distanza di 1 anno).
Quelli che conosco che ci hanno messo 3 anni per finire la triennale in ingegneria hanno trovato lavoro dopo 1 mese.
Idem con patate per la specialistica.
In piu' se si aggiunge la scelta del corso di laurea non propriamente trainante per l'economia (vedasi le lauree umanistiche - che peraltro sono FONDAMENTALI per garantire una corretta istruzione e conservazione del patrimonio culturale che tutto il mondo ci invidia), si fa in fretta a tirare le somme.
Notare che Profumo, prima di lasciare il Politecnico di Torino, stava valutando l'introduzione del vincolo per l'ammissione alla laurea specialistica: se hai finito la triennale in piu' di 5 anni senza valide ragioni (salute, lavoro, poche altre) non hai diritto ad accedere ai servizi di istruzione specialistica, indipendentemente dalla votazione di uscita. Questa azione avrebbe un duplice effetto:
1) tagliare alla base i "cazzari" che studiano controvoglia (lo studio e' un lavoro non retribuito a tutti gli effetti. Forse peggio, quando studiavo ero molto piu' stanco di quanto lo sia ora)
2) eliminare il fenomeno del "ho preso 24 => rifiuto". Quando mai la vita ti permette di riprovare? Se sbaglio il progetto di un componente di un ascensore e muoiono 10 persone posso dire "eh, no, riprovo, scusate"???
IMHO una riforma sensata dell'istruzione sarebbe:
- eliminazione test d'ingresso per facolta' scientifiche => piu' vincoli e programmi nettamente piu' pesanti (ad ingegneria ti fanno un test "qualitativo", per dirti se tu sei portato o meno, poi fai quel che vuoi. Tanto analisi I, II e geometria fanno selezione naturale)
- introduzione del test d'ingresso per le facolta' umanistiche => il ragionamento e' semplice: introdurre sul mercato del lavoro un "non tecnico" e' difficile. Filtrare alla base in modo da creare personale altamente preparato in numero proporzionale alla richiesta di posizioni in quell'ambito. Questo eliminerebbe alla base il problema "non so cosa fare, faccio legge/lettere/storia e filosofia"
Poi queste son mie idee, possono essere giuste o sbagliate.
Concordo completamente con l'ing.!
Mi da un pochettino fastidio sentire ingegneri di lungo corso dire: "noi eravamo più preparati, vi hanno semplificato notevolmente i programmi"; che colpa ne abbiamo noi se hanno sempre peggiorato l'università, riforma dopo riforma? Rimettano i programmi che c'erano prima e tolgano quell'inutilità del test di ingresso!
Sul neretto, chi ha lavorato prima di iscriversi all'università non può che confermare la cosa, a patto di prenderla seriamente.