-malleus- Ha scritto:Mi pare ci sia sicuramente un fondamento di verità, ma anche della pura generalizzazione.
Ho cari amici, figli di operai e casalinghe, diventati avvocati passando l'esame di stato al primo colpo a 26-27 anni.
Così come conosco decine di realtà aziendali dove i figli si sono dimostrati migliori dei padri.
Altre dove i parenti inetti del titolare scaldano una scrivania e contano meno del fattorino. Ritirano un lauto compenso a fine mese, certo. Questo è il punto forse più controverso.
Ma da che mondo è mondo, il "clientelismo aziendale", i favoritismi in genere fanno parte da sempre di certe dinamiche. Non è massoneria, tranquilli.
Se devo assumere un apri e chiudi porta, a parità di competenze, perchè dovrei scegliere un perfetto sconosciuto e non mio cugino?
Voi se avete uno zio idraulico (con i trattamenti di favore del caso....) e si è rotto il cesso, preferite procedere contattando l'artigiano più meritevole sulla piazza?
Dai, anche no. :haha:
Su questo invece, non ci piove. Anzi, ci sarei andato anche più pesante.
sul fatto che le aziende italiane, di stampo sempre familiare, siano sottoperfromanti non è un luogo comune ma la semplice constatazione. Gianni agnelli, lapo elkann,Massimo Moratti ed Emma Mercegaglia sono stati e sono tuttora manager mediocri e dirigono colossi, petroliferi, industriali. che qualche valente "figlio di mamma" riesca a diventare avvocato, medico o simili è un conto, ma che sfondi, che abbia successo e che crei qualcosa di valido in italia è impensabile, non essendo ammesso ai salotti buoni dove si decidono le cose, in italia.
e qui la colpa della cultura cattolica, basata sulla famiglia, sul perdonismo, emerge in pieno, anche in letteratura trovi molto materiale.