Anche qui non e' che mi trovo molto d'accordo e vi spiego perche':
Prendiamo il settore Modifiche/Personalizzazioni: anche esse, entro certi limiti, sono espressione di un determinato periodo storico o di una cultura. Cerchi, assetti, marmitte sono per alcune auto un must. Negli anni '80/'90 le sportive erano tutte -o comunque un buon 95%- piu' o meno personalizzate.
E' vero che anche ad oggi alcune di esse sono abbastanza tollerate (ad esempio sì ai cerchi in lega purche' d'epoca coerente con l'auto), pero' scarichi e assetti non sono ben visti...Una Golf GTI 1a serie con gli ATS da 15" e' pero' bellissima se non addirittura un Must.
Anche certi kit estetici tipo i primi Lester o Orciari sono una testimonianza di un periodo ben preciso, belli o brutti che siano.
Inoltre pongo un'altro problema, non del tutto irrilevante: avendo lavorato in concessionaria per molti anni come venditore, mi e' capitato di avere richieste (ma anche di proporre in alcuni casi) in fase di ordine, ad esempio di interni in pelle aftermarket, o con colori non presenti a catalogo dal produttore.
In quel caso come si deve comportare l'ente certificatore? Non mi sembra giusto infatti che l'auto venga bocciata perche' il colore dell' interno e' aftermarket sin dall' origine dell' ordine, come non mi sembra giusto che venga bocciata perche' pur avendo lo stesso interno sin dall' ordine questo non sia conforme a quello previsto dalla casa madre.
Penso che anche il settore "personalizzazione" debba essere accettato, magari mettendo dei paletti (no ad esempio a cerchi da 13" e freni a disco sulle fiat 500, tra l'altro non omologati/omologabili, no a sedili da rally o cose simili). Qualora sia richiesta l'omologazione del veicolo (tipo omologazione asi), accetterei la richiesta, ma facendo dei distinguo e dei gradi diversi di a seconda di quanto l'auto si discosta dalla versione di serie.
Questo serve anche per preservare un mercato: del resto se ho un' auto rara e non trovo piu' un componente originale (toh, la marmitta, o i cerchi, o lo specchietto retrovisore, o come nel caso di una delta evoluzione la cappelliera, che e' introvabile senza fori per le casse e che, usata e immacolata non si trova a meno di 7-800€, sì avete capito bene, ottocento euro una cappelliera, o peggio ancora il porta targa nero anteriore, realmente introvabile) non mi sembra giusto non poter accedere ad un registro pur avendo tra le mani un oggetto che puo' rientrare tra quelli di rilevanza storico-collezionistico, come non mi pare giusto non poter avere l'omologazione se tale componente (mettiamo il caso del porta targa ant, dell'evoluzione) non e' originale, ma riprodotto come l'originale, ma in vetroresina.
Magari dammi un grado di omologazione inferiore (con la possibilita' di poter aggiornare l'omologazione in un secondo momento qualora lo trovassi originale), ma non chiudermi questa porta.
Prendiamo il settore Modifiche/Personalizzazioni: anche esse, entro certi limiti, sono espressione di un determinato periodo storico o di una cultura. Cerchi, assetti, marmitte sono per alcune auto un must. Negli anni '80/'90 le sportive erano tutte -o comunque un buon 95%- piu' o meno personalizzate.
E' vero che anche ad oggi alcune di esse sono abbastanza tollerate (ad esempio sì ai cerchi in lega purche' d'epoca coerente con l'auto), pero' scarichi e assetti non sono ben visti...Una Golf GTI 1a serie con gli ATS da 15" e' pero' bellissima se non addirittura un Must.
Anche certi kit estetici tipo i primi Lester o Orciari sono una testimonianza di un periodo ben preciso, belli o brutti che siano.
Inoltre pongo un'altro problema, non del tutto irrilevante: avendo lavorato in concessionaria per molti anni come venditore, mi e' capitato di avere richieste (ma anche di proporre in alcuni casi) in fase di ordine, ad esempio di interni in pelle aftermarket, o con colori non presenti a catalogo dal produttore.
In quel caso come si deve comportare l'ente certificatore? Non mi sembra giusto infatti che l'auto venga bocciata perche' il colore dell' interno e' aftermarket sin dall' origine dell' ordine, come non mi sembra giusto che venga bocciata perche' pur avendo lo stesso interno sin dall' ordine questo non sia conforme a quello previsto dalla casa madre.
Penso che anche il settore "personalizzazione" debba essere accettato, magari mettendo dei paletti (no ad esempio a cerchi da 13" e freni a disco sulle fiat 500, tra l'altro non omologati/omologabili, no a sedili da rally o cose simili). Qualora sia richiesta l'omologazione del veicolo (tipo omologazione asi), accetterei la richiesta, ma facendo dei distinguo e dei gradi diversi di a seconda di quanto l'auto si discosta dalla versione di serie.
Questo serve anche per preservare un mercato: del resto se ho un' auto rara e non trovo piu' un componente originale (toh, la marmitta, o i cerchi, o lo specchietto retrovisore, o come nel caso di una delta evoluzione la cappelliera, che e' introvabile senza fori per le casse e che, usata e immacolata non si trova a meno di 7-800€, sì avete capito bene, ottocento euro una cappelliera, o peggio ancora il porta targa nero anteriore, realmente introvabile) non mi sembra giusto non poter accedere ad un registro pur avendo tra le mani un oggetto che puo' rientrare tra quelli di rilevanza storico-collezionistico, come non mi pare giusto non poter avere l'omologazione se tale componente (mettiamo il caso del porta targa ant, dell'evoluzione) non e' originale, ma riprodotto come l'originale, ma in vetroresina.
Magari dammi un grado di omologazione inferiore (con la possibilita' di poter aggiornare l'omologazione in un secondo momento qualora lo trovassi originale), ma non chiudermi questa porta.
Ricambi auto d'epoca, sportive anni '80/'90, youngtimers - consulenze - restauri: www.worksgarage.it
ItalianRoadsEventi: Drive your passion www.italianroads.it
La storia non è solo quella scritta sui libri di scuola...corre anche su strada
[url=http://www.worksgarage.altervista.org][/url]
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