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Da una F1 ad una berlinetta comoda comoda
#21
Enuma Ha scritto:Ho citato le moto per affermare che la difficoltà di guida del mezzo può essere accompagnata da un più che accettabile livello di sicurezza proprio grazie ai circuiti di nuova concezione. Pensa al contrario al TT dove ci sono quasi 2 morti di media all'anno causa la pista.
Se ne hai voglia, ti consiglio caldamente un paio di libri veramente affascinanti in cui questi temi risaltano in modo impressionante:

"Matti dalle gare" e "Gli indisciplinati" (di Luca delli Carri)
Ne vale la pena credimi.
Ce ne sarebbero altri ovviamente ma questi sono anche scritti bene.


Guarda che io sono d'accordo con te.
Il mio discorso sulla differenza di spettacolarità tra MotoGP e F1 sta proprio in quello che affermi: le MotoGP hanno visto un incremento della sicurezza legato quasi esclusivamente alle modifiche nella realizzazione delle piste, e poco sulle moto. Il mezzo "motocicletta" rimane intrinsecamente insicuro, quindi pericoloso. La caduta c'è oggi QUASI come 30 anni fa. La differenza la fa il posto in cui cadi. Anche se pure in MotoGP le recenti rotture al Sic, redarguito solo perché irruento, mi hanno preoccupato molto su questo aspetto.

La F1 ha visto un incremento della sicurezza, invece, legato sia ai circuiti che ai regolamenti che alle auto, diventate quasi solo (ovviamente con i dovuti rapporti) dei carrelli legati ad un binario. Ormai sono talmente condizionati dalla prestazione in sicurezza che la rottura degli schemi è diventata "un rischio". Adesso appena succede un incidente per un sorpasso non chiuso, i piloti vanno sotto inchiesta. Ma come può un pilota essere invogliato a prendere rischi se appena fa una cavolata lo mettono sulla graticola? E soprattutto: per lo spettacolo BISOGNA prendere rischi. E' la sconfitta del pericolo, il lavoro al suo limite, che dà quel salto al cuore che chiamiamo spettacolo. Villeneuve ed Arnoux hanno rischiato di ammazzarsi MILLE volte http://www.youtube.com/watch?v=9CsUp456gX4 e tra ruotate, uscite di pista, rischi enormi presi la stessa cosa, OGGI, sarebbe sanzionata mille volte.

E' diverso l'ambiente, molto più asettico. Sono diversi i piloti, molto più lamentosi. E' diverso il pubblico, molto meno disposto ad ammettere che il rischio vero fa parte dello spettacolo.


Ciao
Ale
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#22
Tolto che come han sottolineato altri, Senna l'ha "ucciso" il buon vecchio Newey, con la puttanata di progettazione. E dubito che Ratzemberger si sarebbe salvato col TCS.

Detto questo, la fatalità ci sarà sempre, va bene limitare il più possibile i rischi, ma non è lì il problema. Il punto è che le case automobilistiche cercano di costruire auto per mona che si siedono sopra e basta, di conseguenza la F1 come banco di prova altamente tecnologico fa lo stesso.
Martino

RC 2.0 Galaxy grey
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#23
Fiabeschi Ha scritto:Tolto che come han sottolineato altri, Senna l'ha "ucciso" il buon vecchio Newey, con la puttanata di progettazione. E dubito che Ratzemberger si sarebbe salvato col TCS.

Detto questo, la fatalità ci sarà sempre, va bene limitare il più possibile i rischi, ma non è lì il problema. Il punto è che le case automobilistiche cercano di costruire auto per mona che si siedono sopra e basta, di conseguenza la F1 come banco di prova altamente tecnologico fa lo stesso.

Sta proprio in quello che hai detto il problema. Bisogna accettare che il fattore umano nella F1 è sempre meno importante. E per fattore umano intendo proprio l'improvvisazione, sia nella progettazione sia nella possibilità di guidare. Newey ha fatto quella puttanata perché all'epoca si accettava che un rischio del genere potesse essere preso. Adesso ogni pezzo deve essere progettato, controllato, certificato, approvato e provato. All'epoca Senna ha chiesto una cosa (certo, non di morire), ed una serie di cose approssimate sono state fatte per soddisfarlo. Lui ha controllato il pezzo? Ne dubito. Ha accettato un rischio? Non lo so. Una cosa di quel genere è difficile da accettare coscientemente, a freddo. Ma io sono convinto di una cosa: qualsiasi pilota, nel calor bianco della competizione, potrebbe accettare alcune limitazioni alla propria sicurezza, se queste lo facessero correre di più del suo avversario. Solo che mille limiti sono stati posti per evitare l'imprevisto dell'arbitrio di un essere umano.


Ciao
Ale
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#24
Liosandro Ha scritto:Newey ha fatto quella puttanata perché all'epoca si accettava che un rischio del genere potesse essere preso. Adesso ogni pezzo deve essere progettato, controllato, certificato, approvato e provato. All'epoca Senna ha chiesto una cosa (certo, non di morire), ed una serie di cose approssimate sono state fatte per soddisfarlo. Lui ha controllato il pezzo? Ne dubito. Ha accettato un rischio? Non lo so.
Io faccio distinzione tra due cose:
- prendere e accettare dei rischi coscientemente
- fare un lavoro col ***** e una puttanata cosmica

Ecco, i primi sono quelli che rendono appassionanti le competizioni, i secondi creano tragedie. Vedi appunto una saldatura fatta male, su due materiali che non andavano saldati, al piantone dello sterzo. Oppure uno spigolo in cemento prima dell'ultima chicane di Suzuka che ti porta via il buon Kato semi esordiente in motogp.

Per non farsi male, non c'è bisogno di ibernarsi, no? Big Grin

Just my 2 cents.

[E comunque insisto, il problema di chi fa e costruisce F1 non è la sicurezza di 20 pellegrini che guidano, il problema è fare automobili che anche un deficiente possa portare da A a B senza spalmarsi su un muro]
Martino

RC 2.0 Galaxy grey
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#25
Fiabeschi Ha scritto:Io faccio distinzione tra due cose:
- prendere e accettare dei rischi coscientemente
- fare un lavoro col ***** e una puttanata cosmica

Ecco, i primi sono quelli che rendono appassionanti le competizioni, i secondi creano tragedie. Vedi appunto una saldatura fatta male, su due materiali che non andavano saldati, al piantone dello sterzo. Oppure uno spigolo in cemento prima dell'ultima chicane di Suzuka che ti porta via il buon Kato semi esordiente in motogp.

Per non farsi male, non c'è bisogno di ibernarsi, no? Big Grin

Just my 2 cents.

[E comunque insisto, il problema di chi fa e costruisce F1 non è la sicurezza di 20 pellegrini che guidano, il problema è fare automobili che anche un deficiente possa portare da A a B senza spalmarsi su un muro]
Almeno adesso se si stampano non si fanno troppo male... che e' gia' una buona cosa!
Alberto
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#26
Fiabeschi Ha scritto:Io faccio distinzione tra due cose:
- prendere e accettare dei rischi coscientemente
- fare un lavoro col ***** e una puttanata cosmica

Ecco, i primi sono quelli che rendono appassionanti le competizioni, i secondi creano tragedie. Vedi appunto una saldatura fatta male, su due materiali che non andavano saldati, al piantone dello sterzo. Oppure uno spigolo in cemento prima dell'ultima chicane di Suzuka che ti porta via il buon Kato semi esordiente in motogp.

Per non farsi male, non c'è bisogno di ibernarsi, no? Big Grin

Just my 2 cents.

[E comunque insisto, il problema di chi fa e costruisce F1 non è la sicurezza di 20 pellegrini che guidano, il problema è fare automobili che anche un deficiente possa portare da A a B senza spalmarsi su un muro]


Il limite tra un lavoro fatto col ***** ed che abbia conseguenze tragiche ed uno fatto allo stesso modo che non le abbia è molto labile. Prendo sempre l'esempio di Villeneuve-Arnoux: se una delle toccate invece di andare CASUALMENTE bene fosse diventata un incidente tragico? Oppure avesse semplicemente portato all'eliminazione di uno dei due? Saremmo qui a ricordarla allo stesso modo? Non si può pensare che un rischio preso coscientemente sia la stessa cosa di un rischio "o la va o la spacca".
Il rischio calcolato NON è un rischio. E' semplicemente lasciare più possibilità al fato.

A caldo è tutto differente. Un giorno mi sono reso conto di esser saltato giù da un muretto di 5 metri senza pensarci. A freddo l'avrei fatto? No. Ma la necessità del momento mi ha fatto fare qualcosa di molto pericoloso. Idem per gli sport "pericolosi". Accetti IL RISCHIO, non il calcolo del rischio. Se già puoi permetterti di calcolarlo allora non è la stessa cosa. Ecco, forse in una evoluzione del mio concetto: hanno rimosso il rischio dell'improvvisazione. Improvvisare significa davvero lasciare al caso molto più di quello che faresti con un rischio calcolato.

Ciao
Ale
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#27
l buon Regazzoni disse un giorno che il problema delle gare era che non c'era più il rischio di farsi male. E detto da un uomo su una sedia a rotelle la diceva lunga! Se la tecnologia prevarica le capacità umane cessa la bellezza del gesto. Oggi non c'è spazio per l'improvvisazione, grazie a dei regolamenti che definisco stupidi non c'è più la possibilità di progettare una vettura rivoluzionaria. Oggi ACBC (Antony Colin Bruce Chapman) non esisterebbe, Jihm Clark sarebbe nel mucchio, Gordon Murray progetterebbe trenini. A difesa dei piloti che devono adattarsi alla realtà che vivono dico solo che Senna nel 1990 in gara fece 1'24''468, nel 2009 Shumacher ha fatto 1:14,439 cioè 10 secondi in meno!!! Quindi meno stress "meccanico" ma molta più fatica dei riflessi. E' un videogioco dove i tempi di reazione sono minimi. Secondo me un pilota sfrutta al massimo il mezzo che ha a disposizione, dalla prinz alla f1.
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#28
Costa Ha scritto:Scusate, ma il tempo finale a me sembra uguale o è una mia impressione? decimo + decimo -
Mi sembra anche a me però forse senna ha fatto la pole e massa invece no. Poi forse c'è il discorso gomme piu serbatoio voto e macchina preparata apposta x qualifica nel '90, mentre se non sbaglio su quello di massa c'era il regolamento di aver gia la macchina come deve partire il giorno dopo. poi un po forse incide il tipo di tracciato.
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#29
«Nuvolari è il più grande corridore del passato, del presente e del futuro.»
Ferdinand Porsche

«Voglio sapere chi è quel cacasotto che ha paura di correre tra gli alberi!»
Jack Brabham (Ad una riunione per la sicurezza in pista)

«Oggi conoscerai Enzo Ferrari.Un vero duro.Un autentico figlio di *****.E' il nostro nemico principale.Quando morirà per noi le cose saranno molto più semplici»
Colin Chapman
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#30
ieri ho visto il film documentario su senna, che dire a parte che lui era molto diverso anche rispetto agli altri piloti della sua generazione, lui diceva "siamo tutti piloti io corro per vincere non per arrivare sesto, se vedo un buco mi ci infilo senza pensare a cosa potrebbe succedere" comunque se vi capita guardatelo che è veramente emozionante
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