Location: Monza
Regione/Stato: Lombardia
Modello:
Fly Lemon Ha scritto:Ma realmente pensate che ACI si sia buttata su questo settore perche' vogliono fare del bene al collezionismo? E su, dai, alle favole non ci crede piu' nessuno!
buhahahah! :haha: certo che no!
è ovvio che l' aci vuole una bella fetta della torta che l' asi si sta pappando da qualche anno sulle ns. spalle.
cmq io la penso esattamente all' opposto di te. per me molte auto piuttosto recenti non sarebbero da considerare storiche mentre preferirei non avere limitazioni chilometriche per l' uso dell' auto storica.
e cmq vada a finire sono convinto che dalla guerra tra aci e asi, noi utenti e possessori di auto storiche non ne trarremo alcun beneficio
Andrea "Topone"
NA 1.6L 115cv 1990
Mini Cooper Mk6 '91 -100% Bmw Free-
Brianzolo DOCG.
Welcome home Hiroshima 30th Anniversary Meeting 2019
Location: Asti
Regione/Stato: Piemonte
Modello:
Finché l'iscrizione non porterà vantaggi fiscali, buona parte della gente rimarrà sotto l'egidia dell'ASI...
Per ora, è per chi ha già le vetture iscritte, se l'assicurazione fa parte di quelle convenzionate.
Una uno 1.1 è una utilitaria senza alcuna peculiarità tecnica e stilistica di rilievo venduta in centinaia di migliaia di esemplari solo in Italia.........Trovo corretto il suo possibile oblio futuro, a differenza della versione turbo che a fronte di una diffusione molto inferiore e alla IHI nel cofano è un'ottima esponente del filone "bombette anni 90".
Poi vuoi tenere la uno 1.1 come una reliquia, nessuno te lo vieta. Paghi assicurazione piena e risparmiamo lo sgravio per dare la possibilità a qualcun' altro di salvare una "storicamente rilevante".
Poi "chi sono ACI e ASI per stabilire quale è storicamente rilevante e quale no?" Beh sono due organismi si presume competenti per stabilirlo............qualche dolorosa cassazione c'è e ci sarà...del resto accontentare tutti è storicamente impossibile...
...e in fondo si tratta cmq di frivolezze, mica devono scegliere fra krematorium e arbeit in fondo....:haha:
Fermo, ma non inerte.
Location: TBD
Regione/Stato: Emilia-Romagna
Modello:
- NA 1.8 130cv (1995-1998)
- Possiedo un'altra autovettura
-malleus- Ha scritto:Una uno 1.1 è una utilitaria senza alcuna peculiarità tecnica e stilistica di rilievo venduta in centinaia di migliaia di esemplari solo in Italia.........Trovo corretto il suo possibile oblio futuro, a differenza della versione turbo che a fronte di una diffusione molto inferiore e alla IHI nel cofano è un'ottima esponente del filone "bombette anni 90".
Poi vuoi tenere la uno 1.1 come una reliquia, nessuno te lo vieta. Paghi assicurazione piena e risparmiamo lo sgravio per dare la possibilità a qualcun' altro di salvare una "storicamente rilevante".
Poi "chi sono ACI e ASI per stabilire quale è storicamente rilevante e quale no?" Beh sono due organismi si presume competenti per stabilirlo............qualche dolorosa cassazione c'è e ci sarà...del resto accontentare tutti è storicamente impossibile...
quoton
Credo che selezionare modelli più importanti di una versione (allestimenti di pregio, sportivi, particolari, ecc...)
sia una buona cosa...
...partiamo dal presupposto che: "l'amatore cerca il modello particolare, o comunque ben accessoriato!".
Faccio degli esempi: avete mai notato il vicino di casa che il sabato o la domenica è sempre a leccare la propria
utilitaria/media, lucidandola amorevolmente?
Bene... Se aveva comprato una Uno, difficilmente avrà scelto una 1.1 base, ma una bella 70 SX i.e. ben accessoriata.
Solitamente le utilitarie "base" le scelgono le casalinghe, gli studenti, le pensionate.
Queste categorie di persone non sono propense alla cura particolare dell'auto, lasciandola -in genere- abbastanza trascurata.
Guardate, per esempio, quanti soggetti con Matiz e Atos siano incompetenti alla guida ed analizzate le condizioni di quelle auto!!!
Questo per dire che PERSONALMENTE mi sento di agevolare solo modelli "di punta" per avere comunque una certa selezione
nel mantenere un'automobile come patrimonio culturale della nostra società/epoca.
Io per esempio, non avrei mai cercato una VW Golf GL 1.3, mentre considero importante una Golf GTI dello stesso anno.
Mio nonno nel 1969 comprò una Kadett B semplice semplice...
Io avrei compratro una Coupè 1.900, ma lui per tantissimi anni l'ha tenuta come una reliquia, pagandoci regolarmente
bollo e RCA come tutte le auto "normali"....
...ovviamente, dopo 30 anni è divenuta comunque un'auto "interessante"...
...lo stesso potrebbe diventare la Fiat Uno 45 Fire del 1989...
...ma nel 2019!!!
Sono contrario ad agevolare TUTTE le auto, tenendo conto solo dell'età...
...anche perchè così, le poche che rimarranno, saranno già selezionate e
non inflazioneranno il mondo delle "vere auto storiche o d'interesse storico!".
Come ACI ha pensato: si per le ventennali sportive o particolari, si per tutte le altre "normali"
con oltre 40 anni. Forse sarà "razzismo automobilistico", ma sinceramente vedere migliaia
di rottami in giro spacciandoli per "auto d'epoca", non mi pare bello!
Io condivido 20 e 30.
Tutto il resto, fuori!
(40 forse, è un po' esagerato...)
19-11-2013, 09:18
(Questo messaggio è stato modificato l'ultima volta il: 19-11-2013, 09:24 da Maxmoney.)
Io penso che il problema di fondo sia, come sempre, che tutta la faccenda "Auto Storiche" è stata gestita all'italiana, cioè in modo approssimativo, clientelare e cialtrone.
Prima di tutto è assolutamente fuori dal mondo che una Legge dello Stato costringa un cittadino ad associarsi ad una associazione PRIVATA per poter usufruire di alcuni suoi diritti!
Secondo, se lo Stato delega una funzione così importante, con ricadute di tipo fiscali non trascurabili, dovrebbe esercitare una qualche forma di controllo sull'operato di tale associazione, cosa che invece non viene fatta.
Terzo, se lo Stato vuol comunque delegare a tutti i costi a dei privati l'esercizio di verifica della storicità, dovrebbe stabilire dei requisiti di iscrizione a questo "albo dei certificatori" e poi liberalizzare il mercato.
Allo stato attuale invece si assiste al monopolio di poche associazioni (ASI, FMI e i due registri Alfa e Fiat) , che esercitano questo privilegio in modo del tutto arbitrario, con differenze enormi nel modus operandi di ognuna e addirittura , in seno alla stessa associazione, con differenze ridicole tra una sede e l'altra:
Ho amici che risiedono in alcune zone d'Italia dove per iscrivere la macchina all'ASI chiedono loro le foto e manco vogliono vedere la macchina. Altre dove invece "bocciano" l'iscrizione per dei cavilli insignificanti.
I miei mezzi sono tutti iscritti ASI perchè purtroppo non avevo alternative ma trovo che sia solo l'ennesima gabella, non certo un modo per separare i cadaveri rugginosi di chi compra una Fiat Tipo per sgamare bollo /assicurazione e la usa tutti i giorni da chi è un convinto appassionato e davvero preserva un patrimonio storico/culturale di tutto rispetto come quello motoristico italiano.
Per me le auto dovrebbero essere considerate TUTTE storiche dopo 20 anni (o forse 25 come in molti paesi europei), come requisito base.Dovrebbero essere mantenute in perfetta efficenza e per verificare questo basta la revisione biennale, se fatta seriamente.
Infine, sempre in sede di revisione, le officine autorizzate dovrebbero verificare non solo l'efficenza meccanica, come fanno per tutte le auto "normali" ma anche, nel caso delle over 20 che si fregino del titolo di "storica" e che godano di sgravi fiscali / assicurativi, la perfetta conservazione estetica di esterni e interni.
In sostanza, se uno è innamorato della Fiat Uno di quando era ragazzino e la cura come un figlio secondo me ha tutti i diritti di preservarla senza che questo diventi un salasso.
Se invece possiede una vecchia Mercedes 190 diesel, bozzata su tutti i lati, con le bolle di ruggine e gli interni rivestiti con il plaid , paga il bollo e non rompe le palle al prossimo anche se ha 30 anni passati.
Poi se uno vuole iscriversi al club della bocciofila o a quello dei possessori delle Ferrari a 12 cilindri faccia pure, ma le due cose dovrebbero essere distinte.
PS
Io ho anche una Mercedes serie E SW diesel del 1991, ASI e con 400.000 km quindi l'esempio del 190 è del tutto casuale e non è per fare anch'io del "razzismo automobilistico"
19-11-2013, 17:41
(Questo messaggio è stato modificato l'ultima volta il: 19-11-2013, 18:05 da Fly Lemon.)
@ Gyu e Malleus: le uno turbo, le ritmo abarth, le golf gti ecc. esistono perche' esiste la versione 1.1 e 1.3...se no non ci sarebbe mai stato il fenomeno gti e quello delle "bombette anni '90"
Ecco perche' non capisco per quale motivo debbano essere escluse.
Il fenomeno golf che si protrae da 7 generazioni non e' che esiste solo per il fenomeno GTI, ma anche perche' la stessa cura nell' assemblaggio, la solidita', l'affidabilita' ecc. erano comuni anche alla versione povera.
Poi e' logico che la versione sportiva o la serie limitata sia quella che sara' piu' ricercata e ambita dai collezionisti e di conseguenza quella con il valore piu' alto.
MI sembra che si tenda a considerare degni solo gli oggetti piu' ricercati, quasi a creare un'elite o ad emarginare versioni piu' umili e meno costose e questo non lo trovo giusto, anche perche' in questo modo non si incentiva la gente a conservare la propria auto: e' come se tra 30/40 anni i 20enni guardando il parco delle storiche dicessero "pero', negli anni '90 c'erano solo auto sportive, la Uno e' nata solo come Turbo, la Delta era solo integrale, i peugeot 106 e 205 esistevano con cilindrata minima di 1.3".
SE avessero fatto così 20-30 anni fa, oggi non sapremmo cosa e' una Mini, una Fiat 600 o 850, una Simca 1000 o una NSU Prinz e non apprezzeremmo così tanto le versioni speciali allestite da Abarth, Gordini, Alpine ecc
Per assurdo diverra' piu' rara una Saxo 1.1 che una VTS 120cv e questo non rispecchia la reale storia dell' auto
Come dicevo prima il problema e' avere in giro dei pezzi di ruggine che girano quotidianamente sfruttando i privilegi delle storiche?
Basta fare 2 cose:
a) effettuare un VERO esame per rientrare nel registro, simile alle sessioni di omologazione del RIAR o del Registro Lancia (l'asi l'ho esclusa a priori proprio perche' come sappiamo non e' attendibile) e chi realmente merita di farne parte ne fa parte, mentre tutte òle altre vetture che non hanno le caratteristiche ne rimangono escluse.
b) assicurare le auto solo previo montaggio di un dispositivo tipo localizzatore satellitare che possa dimostrare l'utilizzo saltuario (e non quotidiano) del veicolo storico: se sfori paghi di piu' (arrivando gradualmente agli stessi costi di un'auto non storica in base a quanto si sfora)
In questo modo non si emargina nessuno ed al contempo si valorizza chi realmente cura con passione la propria vettura, sia essa di valore inestimabile, sia essa di valore pari a quello di un caffe' al bar
Ricambi auto d'epoca, sportive anni '80/'90, youngtimers - consulenze - restauri: www.worksgarage.it
ItalianRoadsEventi: Drive your passion www.italianroads.it
La storia non è solo quella scritta sui libri di scuola...corre anche su strada
[url=http://www.worksgarage.altervista.org][/url]
Gyu71 Ha scritto:Credo che selezionare modelli più importanti di una versione (allestimenti di pregio, sportivi, particolari, ecc...)
sia una buona cosa...
...partiamo dal presupposto che: "l'amatore cerca il modello particolare, o comunque ben accessoriato!".
Faccio degli esempi: avete mai notato il vicino di casa che il sabato o la domenica è sempre a leccare la propria
utilitaria/media, lucidandola amorevolmente?
Bene... Se aveva comprato una Uno, difficilmente avrà scelto una 1.1 base, ma una bella 70 SX i.e. ben accessoriata.
Solitamente le utilitarie "base" le scelgono le casalinghe, gli studenti, le pensionate.
Queste categorie di persone non sono propense alla cura particolare dell'auto, lasciandola -in genere- abbastanza trascurata.
Guardate, per esempio, quanti soggetti con Matiz e Atos siano incompetenti alla guida ed analizzate le condizioni di quelle auto!!!
Questo per dire che PERSONALMENTE mi sento di agevolare solo modelli "di punta" per avere comunque una certa selezione
nel mantenere un'automobile come patrimonio culturale della nostra società/epoca.
Io per esempio, non avrei mai cercato una VW Golf GL 1.3, mentre considero importante una Golf GTI dello stesso anno.
Mio nonno nel 1969 comprò una Kadett B semplice semplice...
Io avrei compratro una Coupè 1.900, ma lui per tantissimi anni l'ha tenuta come una reliquia, pagandoci regolarmente
bollo e RCA come tutte le auto "normali"....
...ovviamente, dopo 30 anni è divenuta comunque un'auto "interessante"...
...lo stesso potrebbe diventare la Fiat Uno 45 Fire del 1989...
...ma nel 2019!!!
Sono contrario ad agevolare TUTTE le auto, tenendo conto solo dell'età...
...anche perchè così, le poche che rimarranno, saranno già selezionate e
non inflazioneranno il mondo delle "vere auto storiche o d'interesse storico!".
Come ACI ha pensato: si per le ventennali sportive o particolari, si per tutte le altre "normali"
con oltre 40 anni. Forse sarà "razzismo automobilistico", ma sinceramente vedere migliaia
di rottami in giro spacciandoli per "auto d'epoca", non mi pare bello!
Io condivido 20 e 30.
Tutto il resto, fuori!
(40 forse, è un po' esagerato...)
Gyu questo e' vero, ma in parte: se così fosse ci troveremmo davanti solo oggetti conservati ed i restauri da qualche migliaio di euro non esisterebbero.
Se parliamo di questo allora dobbiamo generalizzare anche alle altre auto: parlando di versioni sporive sappiamo tutti davanti a che cosa sono andate le versioni sportive delle varie Golf gti, Uno turbo, Peugeottini...dopo una prima vita in mano ai primi acquirenti (e spesso anche i secondi) sono finite in mano ai peggio manaveri della storia che le hanno trattate da cani...sai benissimo che le varie uno turbo e R5 turbo dopo 6/7anni di vita erano considerate auto da "gente poco raccomandabile", per non parlare delle golf gti e soprattutto gtd (quest'ultime erano le auto preferite da extracomunitari/ africani ecc...ora pero' non datemi del razzista eh! )
Le stesse delta integrale sono andate in mano a gente che le ha trattate nel peggior modo possibile: le tenevano 6mesi, le tritavano e poi le vendevano ad un'altro che le teneva altri 6 mesi. le tritava ancor di piu' e poi le vendeva...e andavano avanti così finche' l'ultimo ci rimaneva fregato e nella migliore delle ipotesi le rimetteva sotto una pianta per 10 anni, nel peggiore invece le portava dal demolitore e le faceva schiacciare.
Quando poi hanno cominciato ad avvicinarsi ai 20 anni sono tutti corsi a rimetterle a posto perche' hanno intuito che potevano valere qualcosa (complice anche le tassazioni ed il panorama automobilistico attuale).
Non mi dire che queste sono state auto trattate coi guanti e che i proprietari la domenica le lavava a mano e le lucidava tenendole come una reliquia.
Ricambi auto d'epoca, sportive anni '80/'90, youngtimers - consulenze - restauri: www.worksgarage.it
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La storia non è solo quella scritta sui libri di scuola...corre anche su strada
[url=http://www.worksgarage.altervista.org][/url]
Maxmoney Ha scritto:Io penso che il problema di fondo sia, come sempre, che tutta la faccenda "Auto Storiche" è stata gestita all'italiana, cioè in modo approssimativo, clientelare e cialtrone.
Prima di tutto è assolutamente fuori dal mondo che una Legge dello Stato costringa un cittadino ad associarsi ad una associazione PRIVATA per poter usufruire di alcuni suoi diritti!
Secondo, se lo Stato delega una funzione così importante, con ricadute di tipo fiscali non trascurabili, dovrebbe esercitare una qualche forma di controllo sull'operato di tale associazione, cosa che invece non viene fatta.
Terzo, se lo Stato vuol comunque delegare a tutti i costi a dei privati l'esercizio di verifica della storicità, dovrebbe stabilire dei requisiti di iscrizione a questo "albo dei certificatori" e poi liberalizzare il mercato.
Allo stato attuale invece si assiste al monopolio di poche associazioni (ASI, FMI e i due registri Alfa e Fiat) , che esercitano questo privilegio in modo del tutto arbitrario, con differenze enormi nel modus operandi di ognuna e addirittura , in seno alla stessa associazione, con differenze ridicole tra una sede e l'altra:
Ho amici che risiedono in alcune zone d'Italia dove per iscrivere la macchina all'ASI chiedono loro le foto e manco vogliono vedere la macchina. Altre dove invece "bocciano" l'iscrizione per dei cavilli insignificanti.
I miei mezzi sono tutti iscritti ASI perchè purtroppo non avevo alternative ma trovo che sia solo l'ennesima gabella, non certo un modo per separare i cadaveri rugginosi di chi compra una Fiat Tipo per sgamare bollo /assicurazione e la usa tutti i giorni da chi è un convinto appassionato e davvero preserva un patrimonio storico/culturale di tutto rispetto come quello motoristico italiano.
Per me le auto dovrebbero essere considerate TUTTE storiche dopo 20 anni (o forse 25 come in molti paesi europei), come requisito base.Dovrebbero essere mantenute in perfetta efficenza e per verificare questo basta la revisione biennale, se fatta seriamente.
Infine, sempre in sede di revisione, le officine autorizzate dovrebbero verificare non solo l'efficenza meccanica, come fanno per tutte le auto "normali" ma anche, nel caso delle over 20 che si fregino del titolo di "storica" e che godano di sgravi fiscali / assicurativi, la perfetta conservazione estetica di esterni e interni.
In sostanza, se uno è innamorato della Fiat Uno di quando era ragazzino e la cura come un figlio secondo me ha tutti i diritti di preservarla senza che questo diventi un salasso.
Se invece possiede una vecchia Mercedes 190 diesel, bozzata su tutti i lati, con le bolle di ruggine e gli interni rivestiti con il plaid , paga il bollo e non rompe le palle al prossimo anche se ha 30 anni passati.
Poi se uno vuole iscriversi al club della bocciofila o a quello dei possessori delle Ferrari a 12 cilindri faccia pure, ma le due cose dovrebbero essere distinte.
PS
Io ho anche una Mercedes serie E SW diesel del 1991, ASI e con 400.000 km quindi l'esempio del 190 è del tutto casuale e non è per fare anch'io del "razzismo automobilistico"
Siamo della stessa opinione.
Così si rischia di fare del classismo anche sui gusti e sulle possibilita' economiche della gente, oltre a non far nulla per conservare il patrimonio automobilistico
Ricambi auto d'epoca, sportive anni '80/'90, youngtimers - consulenze - restauri: www.worksgarage.it
ItalianRoadsEventi: Drive your passion www.italianroads.it
La storia non è solo quella scritta sui libri di scuola...corre anche su strada
[url=http://www.worksgarage.altervista.org][/url]
Fly Lemon Ha scritto:Le stesse delta integrale sono andate in mano a gente che le ha trattate nel peggior modo possibile: le tenevano 6mesi, le tritavano e poi le vendevano ad un'altro che le teneva altri 6 mesi. le tritava ancor di piu' e poi le vendeva...e andavano avanti così finche' l'ultimo ci rimaneva fregato e nella migliore delle ipotesi le rimetteva sotto una pianta per 10 anni, nel peggiore invece le portava dal demolitore e le faceva schiacciare.
Quando poi hanno cominciato ad avvicinarsi ai 20 anni sono tutti corsi a rimetterle a posto perche' hanno intuito che potevano valere qualcosa (complice anche le tassazioni ed il panorama automobilistico attuale).
Non mi dire che queste sono state auto trattate coi guanti e che i proprietari la domenica le lavava a mano e le lucidava tenendole come una reliquia.
Io sinceramente non ti seguo ma sono certo di una cosa: nel 2050 un relitto di Delta Integrale Evo quoterà e sarà piu' desiderabile di una Elba Innocenti 1.0 da vetrina.
Fermo, ma non inerte.
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