LucaJones Ha scritto:Caspita! Se ne può parlare! ...ma con poche pretese. Tra queste, non credo possa esserci quella di fornire elementi validi a formulare un giudizio completo su un avvenimento storico.
I toni di una certa recente discussione erano quelli adatti a commentare una partita di calcio. "Avete vinto voi, ma noi abbiamo preso due pali e una traversa"; "avete preso due pali, ma prima del secondo tiro c'era stato un fallo sul difensore"; "se non vi avesse aiutato l'arbitro... abbiamo giocato meglio noi, ma non vince sempre chi gioca meglio"; "secondo me abbiamo giocato meglio noi, e il fallo alla fine del secondo tempo era da espulsione"...
Soltanto che invece di pali, traverse e fuorigioco capitati in 90 minuti, si citano eventi di tragicità immensa avvenuti nell'arco di anni. Secondo me, non è così che si apprende o si discute seriamente di Storia.
Perché l'Italia è una calciocrazia dove si vive in un eterno clima da moviolone. La gente tifa e pensa che le vicende storiche e politiche, siano semplicemente partite da rigiocare per il gusto di esultare al prossimo giro.
La cosa grave è che lo si fa come hai detto tu con pagine tragiche e vergognose della storia, utilizzando il solito trucco del "...anche gli altri non sono santi ", tentativo puerile di giustificare nefandezze e politiche fallimentari.
Si, se ne può parlare, basta che i fatti rimangano tali e non punti di vista da Flat Heart Society.
fracrist Ha scritto:Insomma, secondo me se ne può parlare anche se non si è Paolo Mieli.
...per qualcuno Paolo Mieli non può comunque parlare perché lo considera di parte.
E' sempre lo stesso discorso, in un clima in cui l'assenza di autocritica regna, si può sempre nascondere le propri colpe dando del partigiano all'altro.