enrymx5 Ha scritto:Tra l'altro proprio la storia si presta molto ad interpretazioni soggettive, e non saprei definire le qualità di "un grande storico", se non quella dell'obiettività: ma su quest'ultima pesa sempre la soggettività della persona (ove conta la vita passata, il contesto familiare in cui è vissuto, ecc). Ancora più minato è il campo della storia contemporanea, ove per contemporanea intendo quella dell'ultimo secolo: lì, secondo me, l'obiettività degli storici è ancora più a rischio. Lì si potrà avere qualcosa di più "consolidato" tra un centinaio d'anno, forse.
Io non direi "si presta" ma "è oggetto" di interpretazioni soggettive. Motivo per cui se chiedi a uno di destra chi fosse Mussolini, ti dirà che è stato "un grande statista", che poi è il modo più moderato per dire che non fosse un dittatore. Grazie a questo sistema abbiamo anche altre affermazioni come "...Mangano era un eroe".
Sono profondamente convinto che se domani qualcuno decidesse di chiamare il cane "gatto", con un pò di fortuna riuscirà anche a trovare qualcuno pronto a sposare la sua causa.
Sul contesto familiare dissento. Le famiglie trasmettono l'odio per la parte a loro avversa... stop. Se non ci si fa almeno un'idea di questo, non ci sono speranze per rendersi conto di essere i pappagalli addomesticati di papà e mammà.