QUOTE=x-vas;614093]vabbè....mi rispondo da solo, circa l'assetto societario della Moncler
"Nel 1992 Moncler diventò un marchio italiano, per mezzo di Pepper Industries, che poi lo cedette a Finpart.[SUP][5][/SUP] Nel 2003 il marchio fu acquisito dall'imprenditore Remo Ruffini (presidente e direttore creativo dell'azienda). Nel 2008 il gruppo Carlyle rilevò una quota aziendale pari al 48%, mentre a Ruffini rimase il 38%. Nel 2011 primo azionista diventò il fondo francese Eurazeo (45%); Ruffini restò il secondo azionista (scendendo però dal 38 al 32%), mentre il gruppo Carlyle ridusse la propria quota dal 48 al 17,8%.[SUP][6][/SUP] Sempre nel 2011 Moncler è al centro di alcune polemiche: a seguito della sua richiesta di bloccare l'accesso degli utenti italiani a 493 siti e domini contenenti il marchio.[SUP][7][/SUP][SUP][8][/SUP]
Nel 2013 l'azienda viene quotata presso la Borsa di Milano e dal 24 marzo 2014 è presente nel segmento FTSE MIB."
Quindi, definirla un'azienda italiana che ha spostato la produzione all'estero....mi pare quanto meno una forzatura.[/QUOTE]
È un dato di fatto Moncler che si serviva della filiera italiana sino al "pre crisi" e che ha smesso poi di farlo di punto in bianco.. Poi dal servizio di Report parrebbe che Ruffini per comprare la sua quota di ex maggioranza (effettivamente non se ne è parlato con chiarezza nel servizio) ha sostanzialmente "sacrificato" la sua precedente azienda mettendo in mobilità molti dipendenti italiani..
Poi X-vas, non freintendere, concorso con te che il quadro sia molto complesso e che prendersela con un signore che probabilmente non è detentore e responsabile di tutte le scelte aziendali prese, è stupido.. Ma rimane un problema generico e diffuso di un intero settore. Io denuncio questo..del caso Moncler, mi interessa relativamente..
"Nel 1992 Moncler diventò un marchio italiano, per mezzo di Pepper Industries, che poi lo cedette a Finpart.[SUP][5][/SUP] Nel 2003 il marchio fu acquisito dall'imprenditore Remo Ruffini (presidente e direttore creativo dell'azienda). Nel 2008 il gruppo Carlyle rilevò una quota aziendale pari al 48%, mentre a Ruffini rimase il 38%. Nel 2011 primo azionista diventò il fondo francese Eurazeo (45%); Ruffini restò il secondo azionista (scendendo però dal 38 al 32%), mentre il gruppo Carlyle ridusse la propria quota dal 48 al 17,8%.[SUP][6][/SUP] Sempre nel 2011 Moncler è al centro di alcune polemiche: a seguito della sua richiesta di bloccare l'accesso degli utenti italiani a 493 siti e domini contenenti il marchio.[SUP][7][/SUP][SUP][8][/SUP]
Nel 2013 l'azienda viene quotata presso la Borsa di Milano e dal 24 marzo 2014 è presente nel segmento FTSE MIB."
Quindi, definirla un'azienda italiana che ha spostato la produzione all'estero....mi pare quanto meno una forzatura.[/QUOTE]
È un dato di fatto Moncler che si serviva della filiera italiana sino al "pre crisi" e che ha smesso poi di farlo di punto in bianco.. Poi dal servizio di Report parrebbe che Ruffini per comprare la sua quota di ex maggioranza (effettivamente non se ne è parlato con chiarezza nel servizio) ha sostanzialmente "sacrificato" la sua precedente azienda mettendo in mobilità molti dipendenti italiani..
Poi X-vas, non freintendere, concorso con te che il quadro sia molto complesso e che prendersela con un signore che probabilmente non è detentore e responsabile di tutte le scelte aziendali prese, è stupido.. Ma rimane un problema generico e diffuso di un intero settore. Io denuncio questo..del caso Moncler, mi interessa relativamente..
“La cosa più bella che può fare un uomo vestito è guidare di traverso!” - Miki Biasion