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Rubrica di cinema
#91
se volete un consiglio guardatelo in lingua originale con eventualmente sotto titoli in italiano!! per me e' un capolavoro, gia' visto 2 volte e prox lo rivedro' ancora..Big Grin
NC 1.8 FIRE BRILLIANT BLACK
Mazda 2 BRILLIANT BLACK
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#92
Jo 195 Ha scritto:Ok, spetto i tuoi commenti Thumbup
Dopo aver visto il film ho letto diverse recensioni, tutte molto positive, al massimo segnalavano qualche piccola sbavatura ..... mah .... solo io non ho colto le cose belle di questa pellicola ?

Ok... visto l'altro giorno.

"....solo io non ho colto le cose belle di questa pellicola ?"


Mi appoggio su questa frase proprio per iniziare la mia cinerecensione....

La cosa bella di questa pellicola... è proprio la pellicola! Smile ovvero la 70mm girata in Ultra Panavison 70, tra l'altro menzionata proprio all'inizio del film.

The Hatefu Eight

"Invito a cena con... Tarantino"

Quando vidi Django, appena uscito dal cinema pensai: "...nel western Tarantino ha trovato la sua dimensione". Da qui mi sarei aspettato un sequel di quello che reputo un ottimo film, o un approfondimento del tema western e quindi un ulteriore passo in avanti. Con T.H.E. vedo invece più un passo di lato e un indagine su temi diversi a prescindere dal periodo storico.

Come detto prima, la pellicola fa!... e anche tanto. Al cinema era evidente che il formato tagliasse di netto lo schermo sia sopra che sotto. All'inizio l'utilizzo paesaggistico è quasi mozzafiato. La fotografia è eterea, l'immersione nel bianco della neve è totale e assieme alla diligenza, restituisce un contrasto praticamente opposto a quelle di una navicella spaziale che attraversa lo spazio.
L'idea dell'utilizzare questo formato, sta però nell'applicarlo in un ambiente chiuso, ovvero in quello del rifugio, che diventa un vero e proprio palcoscenico di un teatro, in cui gli attori sono sempre ben visibili anche se non al centro della scena. A mio avviso sta proprio qui la genialità di questa formula.
Tarantino non è comunque nuovo nel prediligere ambienti chiusi.

Riflettendo invece sul genere, è evidente che la componente "giallo" sia preponderante, non a caso il mio sottotitolo è un preciso riferimento ad un classico con cui ne condivide diversi aspetti.
Sangue e spappolamenti vari, sembrano quasi inseriti ad ibridare il genere secondo il tocco del maestro Tarantino, che regala anche qualche sfumatura di tipo "horror" nel finale.

La trama è abbastanza semplice e centellinata a lungo fino al primo e unico "flashback" che fa un po' da spiegone. Da questo momento in poi il film è in discesa in quanto il nodo del "giallo" è già più che sciolto.
La componente storicistica sulla guerra d'indipendenza, vuole raccontare di distanze mai colmate e incolmabili e di altre possibili su obiettivi comuni. Il finale è una parabola a stelle a strisce.

Tutto sommato a me il film è piaciuto e nonostante il sequestro di quasi 3 ore, sono contento di averlo visto al cinema. Non è un Tarantino brillante e non sorprende, fa bene il suo mestiere e regala un film forse destinato ad invecchiare bene.

Thumbup
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#93
Dangerfield78 Ha scritto:Ok... visto l'altro giorno.

"....solo io non ho colto le cose belle di questa pellicola ?"


Mi appoggio su questa frase proprio per iniziare la mia cinerecensione....

La cosa bella di questa pellicola... è proprio la pellicola! Smile ovvero la 70mm girata in Ultra Panavison 70, tra l'altro menzionata proprio all'inizio del film.

The Hatefu Eight

"Invito a cena con... Tarantino"

Quando vidi Django, appena uscito dal cinema pensai: "...nel western Tarantino ha trovato la sua dimensione". Da qui mi sarei aspettato un sequel di quello che reputo un ottimo film, o un approfondimento del tema western e quindi un ulteriore passo in avanti. Con T.H.E. vedo invece più un passo di lato e un indagine su temi diversi a prescindere dal periodo storico.

Come detto prima, la pellicola fa!... e anche tanto. Al cinema era evidente che il formato tagliasse di netto lo schermo sia sopra che sotto. All'inizio l'utilizzo paesaggistico è quasi mozzafiato. La fotografia è eterea, l'immersione nel bianco della neve è totale e assieme alla diligenza, restituisce un contrasto praticamente opposto a quelle di una navicella spaziale che attraversa lo spazio.
L'idea dell'utilizzare questo formato, sta però nell'applicarlo in un ambiente chiuso, ovvero in quello del rifugio, che diventa un vero e proprio palcoscenico di un teatro, in cui gli attori sono sempre ben visibili anche se non al centro della scena. A mio avviso sta proprio qui la genialità di questa formula.
Tarantino non è comunque nuovo nel prediligere ambienti chiusi.

Riflettendo invece sul genere, è evidente che la componente "giallo" sia preponderante, non a caso il mio sottotitolo è un preciso riferimento ad un classico con cui ne condivide diversi aspetti.
Sangue e spappolamenti vari, sembrano quasi inseriti ad ibridare il genere secondo il tocco del maestro Tarantino, che regala anche qualche sfumatura di tipo "horror" nel finale.

La trama è abbastanza semplice e centellinata a lungo fino al primo e unico "flashback" che fa un po' da spiegone. Da questo momento in poi il film è in discesa in quanto il nodo del "giallo" è già più che sciolto.
La componente storicistica sulla guerra d'indipendenza, vuole raccontare di distanze mai colmate e incolmabili e di altre possibili su obiettivi comuni. Il finale è una parabola a stelle a strisce.

Tutto sommato a me il film è piaciuto e nonostante il sequestro di quasi 3 ore, sono contento di averlo visto al cinema. Non è un Tarantino brillante e non sorprende, fa bene il suo mestiere e regala un film forse destinato ad invecchiare bene.

Thumbup

Concordo che l'uso della pellicola in quel formato è molto interessante ed a mio avviso lo è di più in interno che nelle scene girate fuori visto che quasi sempre il paesaggio è mortificato dalla nebbia e dalla bufera di neve e quindi la profondità di campo va a farsi benedire. Nel rifugio invece, come dici tu, sembra di trovarsi davanti ad un palcoscenico dove anche gli attori in secondo piano sembrano esercitare una forte presenza anche se in quel momento silenti.

Ho letto un po di recensioni in giro e vedo che molti parlano di questo film come la prova di maturità per Tarantino ... boh ... sarà che da un regista al suo ottavo o nono film, che può contare su un notevole budget, disporre di una produzione straordinaria e far affidamento sugli attori che preferisce ho molte aspettative, qualche dubbio ( espresso nel mio primo post ) sicuramente rimane.

Cito il tuo ultimo rigo " Non è un Tarantino brillante e non sorprende, fa bene il suo mestiere e regala un film forse destinato ad invecchiare bene." ... ecco, io invece mi aspettavo proprio di esser piacevolmente sorpreso davanti a quei guizzi di geniale creatività che spesso ci ha regalato ed invece ho percepito un prodotto, si ben confezionato, ma nulla di più.
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"L'uomo non smette di giocare perché invecchia ma invecchia perché smette di giocare" G.B.Shaw
2.0
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#94
Jo 195 Ha scritto:Concordo che l'uso della pellicola in quel formato è molto interessante ed a mio avviso lo è di più in interno che nelle scene girate fuori visto che quasi sempre il paesaggio è mortificato dalla nebbia e dalla bufera di neve e quindi la profondità di campo va a farsi benedire. Nel rifugio invece, come dici tu, sembra di trovarsi davanti ad un palcoscenico dove anche gli attori in secondo piano sembrano esercitare una forte presenza anche se in quel momento silenti.

Ho letto un po di recensioni in giro e vedo che molti parlano di questo film come la prova di maturità per Tarantino ... boh ... sarà che da un regista al suo ottavo o nono film, che può contare su un notevole budget, disporre di una produzione straordinaria e far affidamento sugli attori che preferisce ho molte aspettative, qualche dubbio ( espresso nel mio primo post ) sicuramente rimane.

Cito il tuo ultimo rigo " Non è un Tarantino brillante e non sorprende, fa bene il suo mestiere e regala un film forse destinato ad invecchiare bene." ... ecco, io invece mi aspettavo proprio di esser piacevolmente sorpreso davanti a quei guizzi di geniale creatività che spesso ci ha regalato ed invece ho percepito un prodotto, si ben confezionato, ma nulla di più.

Parto dal principio che per "sorprendere", se non si è un emergente, bisogna essere un vero e proprio tuareg della cinematografia e Tarantino per me non lo è.

Come ho cercato di spiegare, il suo approccio mi sembra più un interpretare i diversi generi omologandoli al proprio.

Per me il vero tonfo è stato "Grindhouse"... lo vidi al cinema e a parte qualche scena, lo trovai noioso e quasi uno "slasher" mancato. Li si che trovai dialoghi stucchevoli e una trama poco avvincente...insomma un occasione mancata.

In qualche modo penso che comunque Tarantino per quanto venga considerato un "genio" per la sua sregolatezza cinematografica, sia fondamentalmente un mestierante vecchia maniera e che comunque faccia di tutto per diventarlo e allo stesso tempo nasconderlo.
In tutti i suoi film cerca sempre di circondarsi di attori "sicuri" e di un certo spessore, perché come tutti i mestieranti, sa' che per fare grandi film, ci vogliono grandi attori e questo è classico del cinema vecchia maniera. In questo modo il film ha metà del proprio successo quasi blindato e sicuro.

Da un certo punto di vista approvo il fatto che una buona fetta di budget venga impiegato in attori piuttosto che in effetti speciali trashioni... qui quantomeno riconosco un merito in Tarantino che assieme ad altri pochi, rappresenta una controtendenza nel cinema holliwoodiano.
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#95
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#96
Rob72 Ha scritto:Ho visto qualche gg fa Revenant con il forsefuturopremiooscarcosìècontento LeoDiCaprio.
Premesso che a me piace molto come attore, e quindi il mio giudizio non è del tutto obiettivo, l'ho trovato un bel film anche se le mie aspettative erano più alte.
Molto ma molto belli i paesaggi e le scene in mezzo alla natura (mi hanno ricordato la bellezza di un altro film come "into the wild"), ma ho trovato la storia un pò debole e il film forse un pò troppo lento (o forse lungo).
anche io concordo con quanto hai detto, poteva durare sicuramente un po' meno ma la cosa che ho apprezzato di più è stata l'intenzione del regista di voler far entrare lo spettatore nello schermo , a me é rimasto in testa per giorni.
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#97
Suggerisco:

L'Impostore (Deceiver) Usa 1997di Jonas e Joshua Pate
con Tim Roth, Chris Penn, Michael Rooker, Renée Zellweger, Ellen Burstyn, Rosanna Arquette, Michael Parks

HELP: l'ho visto in televisione ma non lo trovo in vendita: se qualcuno l'avesse in qualsiasi formato digitale prego di contattarmi in pm

--------------------------
Una morbosità diffusa accompagna lo svolgersi degli eventi, coagulandosi intorno alla maschera straordinariamente efficace di un Tim Roth beffardo e ghignante rampollo della famiglia Wayland, indagato per l'efferato omicidio di una bella ed ingenua prostituta. La strana coppia di investigatori, ben modellata sui volti di Michael Rooker e Chris Penn, cerca di stanare la propria preda, ma l'evidente superiorità dell'intelligenza perversa di Wayland mette presto in crisi le loro false sicurezze e rischiano addirittura di essere ricattati e di vedere clamorosamente ribaltarsi i ruoli di preda e cacciatore. La regia accompagna questa trama avvolgente giocando con l'intensità dei primi piani, valendosi di riprese suggestive e carrellate ipnotiche che saldano la semioscurità degli ambienti agli enigmi racchiusi nei volti.
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