ggcapp Ha scritto:beh a sentire il tuo ci sarebe da telefonare in Bilstein e spiegargli che sprecano metallo per i regolatori del precarico che non servono a niente...idem a Giraldi che gli assetti li fa da prima che si nascesse io e te....secondo me la fisica da libro a volte puo' essere travisata.....tutto qui. Cmq il precarico esiste e serve nel mio mondo automobilistico, piu' che servire puo' essere sfruttato diciamo cosi'......poi chiudiamo se preferisci e ciascuno la pensi come vuole, son d'accordo! Ma se chiudi una molla in una morsa la comprimi o no.....il piattello superiore e la ghiera inferiore sono le ganase della morsa....non urlo comprimiti alla molla ma la PREcomprimo......vabbe'.....Inutile sprecare altre frasi, viaggiamo su lunghezze d'onda diverse. Potrei presentarti simulazioni, prove pratiche e quant'altro per farti vedere che i risultati numerici sono identici, ma tanto per te sarebbe uguale.
Tanto per rifarmi all'esempio della morsa: tutta la forza che hai usato per comprimerla dov'è finita? Come mai sta in equilibrio anche se non applichi più nulla? E non mi dire "quando ho compresso un po', dopo diventa piu' duro da comprimere, quindi il precarico si sente", perchè è scontato dato che le viti lavorano ad attrito, e l'attrito è proporzionale al carico normale alla superficie.
Mi sta benissimo il parere di chiunque, ma bisognerebbe cominciare a capire che gli artigiani, per quanto bravissimi e al 110% meglio dei puri conti, lavorano "perchè so che si fa così".
E' un po' come chiedere ad un panettiere se ti sa dire quale principio chimico sta dietro alla lievitazione del suo pane, e pretendere una spiegazione dettagliata.
C'è un abisso tra come le cose sembra che funzionino e come funzionano realmente. Se volete la spiegazione "del panettiere", non buttatevi su grafici, curve e quant'altro, altrimenti tutti gli errori saltano fuori.
Alberto