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Citazione:CAP.7: 2 mesi prima del “giorno X”
Il mio collega si è operato (tra l’altro il chirurgo è uno della famosa terna) e mi racconta la sua esperienza: in sintesi pochi fastidi e risultati praticamente immediati.
In pratica è la stessa cosa che dicono tutti… solo che alla fine per diversi giorni ha difficoltà al PC e la vista ritorna con molta gradualità (a tutt’oggi non è perfetta).
Io nel frattempo ho fatto la visita dal secondo oculista (quello da cui andavo da bambino)… il suo studio è molto all’avanguardia: pieno di macchinari e di tecnici/oculisti da cui si passa per i vari controlli. Alla fine mi “visita” anche lui… in pratica guarda i risultati dei controlli che altri mi hanno fatto. Sono un po’ deluso, se ho prenotato una visita con lui, voglio essere visitato da lui e non da altri con magari minor esperienza…
Comunque mi parla tutto sorridente ed abbronzato dell’operazione e mi da alcune informazioni che non sapevo. Lui, pur eseguendo entrambe le tecniche, sembra più propenso alla lasik, dato che evita che il laser vada a levare le cellule più esterne della cornea che sono di tipo diverso da quelle più interne. In pratica è l’idea di fondo della scienza medica: se possediamo un certo tipo di struttura, probabilmente a qualcosa serve. Anche nel caso dell’occhio è la stessa cosa: non si sa a cosa servano quel tipo particolare di cellule, ma se ci sono….
Anche con lui, comunque, devo fare i controlli necessari per la verifica dello spessore, solo che, a differenza del primo oculista, sono a pagamento (200 neuri) e si sommano al costo (superiore) della visita appena fatta ed al costo, anch’esso superiore, dell’operazione.
Sembra tutto molto orientato al guadagno…. E per diversi motivi lo scarto.
Scarto anche il terzo della lista e fisso un appuntamento con il primo per gli esami per verificare la compatibilità dell’occhio con il tipo di operazione.
Gli esami, per i quali non pago nulla e che sono gestiti da un’assistente dell’oculista, sembrano molto accurati, passo di macchinario in macchinario e, ancora una volta, mi viene confermato il grado di miopia. Dopo essere stato visitato ulteriormente dall’oculista stesso alla fine il responso è positivo: se voglio posso operarmi.
Ora sta a me decidermi!
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Citazione:CAP.8: 1 mese prima del “giorno X”
Siamo ad oltre metà novembre e ricevo una telefonata del chirurgo che sta organizzando i vari appuntamenti… sono al lavoro e la telefonata non me l’aspettavo, alla fine forse mentalmente avevo probabilmente accantonato un poco l’idea, comunque il giorno è proprio prima delle feste di natale e quindi non ci sono particolari problemi lavorativi ad assentarmi. Mi accerto comunque che lui non si assenti per le feste… in caso di problemi devo poter contare sulla sua assistenza.
Io posso, lui c’è… non ho scusanti o scappatoie.
Decido e fisso la data.
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anche io sono un talpone porca pupazza... e ho terrore dell'operazione, però vaffaflanders vederci bene sarebbe un sogno
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Citazione:CAP.9: 1 giorno prima del “giorno X”
Vado di buon ora in ufficio e lavoro tantissimo: sono ormai diversi giorni che ci dò sotto come un matto… come sempre ci siamo inventati delle scadenze (come se non ce ne fossero già abbastanza) e pratiche dell’ultimo. E come sempre non c’è nulla che va completamente liscio: i problemi ed i ritardi si sono accumulati ed io devo chiudere un sacco di cose prima di “andare in malattia”. Oggi sono costretto per l’ennesima volta a fare orario continuato saltando il pranzo (una minima pausa di venti minuti per strozzarmi con una pizzetta al bar di sotto) ed a fare praticamente 12 ore consecutive davanti al computer.
Un mese fa mi ero ripromesso di chiudere tutto per tempo e di non arrivare affannato; in questo modo mi sarei potuto risparmiare gli occhi, affrontando l’operazione in migliori condizioni. Ma così purtroppo non è stato e i miei occhi alla fine della giornata lavorativa bruciano come non mai.
Ma non è finita! La sera c’è la famigerata “cena di natale dello studio” e quindi, purtroppo, sembra non finire mai!
Alle 20 faccio un salto a casa per darmi una rinfrescata e cambiarmi… rimango praticamente una mezz’ora e saluto nuovamente tutti.
Circa 45 minuti di auto e arrivo nell’ottimo (2 stelle michelin!) ristorante prenotato per l’occasione e tutto riservato al nostro studio. Il menù è ottimo (non avevo dubbi) ma io non posso e non voglio rimanere tanto… voglio andare a casa al più presto per potermi riposare gli occhi!!!
A tavola sto con 3 persone dello studio nostro associato che vedo praticamente solo alle cene di fine anno o sento per telefono forse un paio di volte l’anno; ma c’è anche un collega del mio studio ed un ex collega che è andato a fare il d.g. in un’impresa cliente.
Si parla come sempre del più e del meno e, ovviamente, viene fuori il fatto che il giorno dopo mi sarei operato. L’ex collega dice che lui non farebbe mai un’operazione del genere… sa di uno che ci è rimasto cieco. Io ovviamente, incurante della presenza di 2 ragazze praticamente a me sconosciute, mi ravano pesantemente sotto al tavolo.
Saluto tutti prima del dolce (alle 23,30), altri 45 minuti di auto e, dopo essermi lavato e impigiamato, poco prima dell’una di mattina finalmente mi addormento contento del fatto che, con tutto quello che ho avuto da fare, non ho minimamente pensato con attenzione a quello che mi attende il giorno dopo.
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Citazione:CAP.10 - Giorno X – 22 dicembre (PRIMA)
Ho appuntamento alle 8,30 nella clinica a Fabriano che utilizza il chirurgo, quindi sveglia alle 6,30, colazione, mi do una lavata con acqua e senza usare saponi e deodoranti/profumi. L’alcool contenuto nei prodotti potrebbe difatti interferire con il laser… non utilizzare i saponi forse è un eccesso, ma chi se ne frega!!!
Un oretta di viaggio ed arrivo in perfetto orario. Nella sala d’attesa ci sono 2-3 pazienti che attendono, probabilmente nella mattinate saranno oltre 10 ad operarsi; comunque alle 9,00 mi chiamano per sbrigare le varie formalità burocratiche e, nel rientrare in sala d’aspetto, faccio la scenetta con occhiali scuri e bastone preso in prestito da mio padre facendo finta di essere cieco… i presenti ridono, probabilmente per nervosismo.
Alle 9,30 mi chiamano assieme ad un altro paziente. Siamo i primi due della mattina ed entrambi entriamo in una stanzetta dove un assistente ci aiuta nella vestizione: sopra i nostri vestiti ci mettiamo quindi il camice, i calzari ed una cuffia… sembra tutto molto professionale.
La stessa assistente viene regolarmente a metterci delle gocce di anestetico negli occhi: una goccia per occhio per 4 volte; nel mentre io ed il mio “compagno di operazione” chiacchieriamo sulle motivazioni che ci hanno spinto a fare l’intervento, nessuno dei due è nervoso, per ora.
Viene prima chiamato il mio compagno, sono bastardamente sollevato… almeno sarà lui ad inaugurare la sessione ed a testare la precisione dei macchinari utilizzati… dopo poco che è entrato inizio a sentire dei rumorini sinistri… e finalmente inizio ad essere nervoso.
Dopo pochi minuti (credo siano passati al massimo 10-15 minuti) esce e gli chiedo se ci vede; ha la faccia un po’ frastornata ma mi risponde di si, al che un pochino mi tranquillizzo.
Finalmente dopo pochi istanti chiamano a me e, di nuovo, mi risale un po’ di agitazione. È presente il chirurgo, un assistente che mi aveva fatto gli esami di compatibilità, ed un altro assistente; tutti con camici, calzari, mascherina, cuffia… ancora una volta l’impressione di professionalità è netta.
Prima di entrare ho lasciato gli occhiali sul tavolinetto vicino alla mia sedia, ancora non mi rendo conto che non li indosserò più.
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Citazione:[FONT=Century Gothic]CAP.10 - Giorno X – 22 dicembre (DURANTE)
Mi fanno sdraiare su un lettino e mi mettono un cuscino sotto le ginocchia, la testa è appoggiata su un altro cuscino incavato (in modo da tenere più fermo il capo) e uno degli assistenti mi si posiziona dietro. Sopra di me ho il macchinario che incombe.[/FONT]
Mi posizionano una specie di benda adesiva sopra gli occhi, un occhio è scoperto (la benda ha un foro in corrispondenza), mentre l’altro è coperto ma comunque intravede le luci che filtrano; la cosa sarà utile più avanti.
Il chirurgo mi chiede se sono nervoso per l’operazione, gli rispondo che fino a poco tempo prima non ci avevo pensato, ma che adesso il nervosismo mi stava salendo… mi dice che la cosa è normale e che anzi per loro è preoccupante il contrario… ok, sono più tranquillo: sono nella media, va bene così!
Mi “trattano” il primo occhio da operare, quello rimasto scoperto: inizialmente mi mettono un divaricatore (tipo quello utilizzato nel film arancia meccanica) e mi bagnano l’occhio a più riprese con un liquido (acqua o simili); ad un certo punto l’assistente inizia a “spatolarmi” l’occhio. L’operazione dovrebbe servire a togliere lo strato superficiale di epitelio dall’occhio… è come se usassero la carta abrasiva a grana finissima sulla pelle per toglierne un pochino. Ad ogni modo la sensazione è sgradevole e fastidiosa, primo perché sono praticamente bloccato e non posso difendermi chiudendo l’occhio, poi perché sento la pressione dell’attrezzo sul mio occhio e capisco che un estraneo ci sta smaneggiando sopra dato che vedo l’attrezzo passarmi sull’occhio. Comunque non sento praticamente alcun dolore, ma non è affatto piacevole.
A questo punto mi dicono di guardare la luce rossa lampeggiante (è in pratica un puntino) che è sopra di me, di fianco ce ne sono altre due fisse e, proprio ai lati di quella rossa lampeggiante, ci sono dei faretti piccoli ma molto fastidiosi. Vorrei sbattere l’occhio, ma il divaricatore me lo impedisce.
In tutto passano pochi minuti, ma mi sembrano infiniti.
A questo punto inizia la vera e propria operazione, il laser fa rumore, lo stesso che avevo udito da fuori la stanza: una specie di zzzzzzzz! Ma adesso mi sembra diverso.
Vedo la luce rossa che, stranamente, si allarga sempre di più. A rigor di logica dovrei vederla sempre più definita e invece è come se, invece di migliorare, vedessi sempre peggio. La cosa sarebbe preoccupante se non fosse che prima il chirurgo mi aveva preannunciato la cosa.
Capisco che il mio occhio si sta vaporizzando dall’odore di bruciato che sento. Non è il classico odore di pollo, ma uno più sgradevole che non avevo mai sentito. Suggerisco all’equipe, per il futuro, di procurare ai pazienti anche dei tappi per il naso. Ridono (immagino siano risate di circostanza) ed il chirurgo mi dice che è la miopia che se ne sta andando…. Vabbè, se lo dice lui sarà così!
Metà occhio è fatto e, dopo poco, l’occhio è stato completamente operato. L’operazione in se sarà durata 2 minuti più altri massimo 5 di preparazione. Adesso tocca all’altro occhio, ma prima mi mettono una lente a contatto protettiva che potrà rimuovere solo il chirurgo durante il primo controllo.
Per l’altro occhio ovviamente la preparazione è identica, ma il la soffro di più, sento più fastidio e glielo dico, ma non mi danno troppo peso. Mi dicono infatti che è normale che il secondo occhio si senta di più, ragiono che probabilmente è a causa del fatto che uno sa esattamente quello che sta per accadere.
Finito anche il secondo occhio, mi fanno alzare ed esco per la svestizione. Prima cerco di capire come ci vedo. Effettivamente vedo meglio che senza occhiali, ma quanto mi dissero gli amici operati: “la prima cosa che vedrai in maniera distinta è il chirurgo”, si rivela l’ennesima balla. Il chirurgo, come tutto quello che lo circonda, è ancora un po’ sfocato.
Fuori mi metto gli occhiali scuri portati per l’occasione ed attendo in un corridoio con le luci spente.
Quando esco dalla stanza c’è comunque la terza paziente che aspetta di entrare… lei è già nervosissima e mi fa mille domande. Io non me la calcolo più di tanto, gli dico che è una passeggiata e che il rumore che l’ha allarmata è solo quello del laser, niente di che.
Il chirurgo mi fa una veloce visita facendomi appoggiare mento e fronte al classico macchinario da oculista, la luce che utilizza per guardarmi gli occhi mi da un grandissimo fastidio.
Mi da infine il foglio con le prescrizioni: sono 3 colliri da mettere 4 volte al giorno (durante le ore diurne) a distanza di 10/15 minuti l’uno dall’altro. Poi ci sono delle pasticche da prendere a colazione e a cena (2 per volta) e, infine, un analgesico da prendere a bisogno.
Passo dalla segretaria per l’ultima piccola formalità: il pagamento. L’assegno lo faccio compilare dalla segretaria dato che ho iniziato a vedere parecchio offuscato (e sono passati solo 20 minuti dall’intervento), mi limito quindi a firmarlo ed a diventare più povero della somma pattuita.
Salgo in auto per ritornare a casa, ovviamente guida mio padre (io non ce lo farei assolutamente) che prima si ferma in farmacia a prendere quanto prescritto. Mi partono 60 piccoli euro.
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Interessantissimo!!! Scrivi davvero bene, complimenti!
Alberto
nitro-ale Ha scritto:anche io sono un talpone porca pupazza... e ho terrore dell'operazione, però vaffaflanders vederci bene sarebbe un sogno
Dai, nessun terrore, io l'ho fatta 8 anni or sono, prima un occhiuccio e poi l'altro, sai comè a me mancavano -9 e -10 (diottrie) e il mio oculista fantastico mi ha detto "meglio uno per volta"....tutto benissimo, velocissimo poi lo scorso anno per problemi di età (60) ho fatto anche la cataratta al DS (tutto ok). Io portavo gli occhiali da quando avevo 6 anni :no_:....
Non ti puoi immaginare la soddisfazione di mettere i "primi" occhiali da sole :chessygrin::chessygrin:
(ovviamente Persol McQueen :p.
Non avere alcuna paura, vai ovviamente da un buon oculista. Io l'ho fatto a Siena e la mattina in cui io ero il n.2 dopo di me c'erano altri 30 interventi, e molti erano assai più giovani di me.
Vedrai sarà un sogno anche per te, l'unico neo è che per qualche tempo al mattino la prima cosa che cercavo sul comodino erano gli occhiali :haha::haha:. Ciao.
"non tornare troppo vecchio, quel che cerchi non esiste" - Corto Maltese (H.Pratt)
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Conclusione cap.10
Citazione:[FONT=Century Gothic][FONT=Century Gothic]CAP.10 - Giorno X – 22 dicembre (DOPO)
[/FONT]Durante il viaggio di ritorno gli occhi mi danno sempre più fastidio e, la guida di mio padre, non contribuisce affatto ad agevolarmi le cose: lui fa continuamente su e giù con il pedale dell’acceleratore… mi racconta che l’abitudine l’ha presa quando guidava le vecchie auto, il cui motore aveva bisogno di riposare e, per questo motivo, si accelerava e rilasciava in continuazione. Non ci credo granché, ma comunque questo non conta. Conta che devo stare sempre più con gli occhi chiusi e che il piede oscillante contribuisce a farmi salire la nausea. Sin da bambino soffro infatti il mal d’auto.[/FONT]
Dopo l’ora di viaggio circa a mezzogiorno arriviamo a casa… ero preoccupato di arrivarci in quanto la frizione ha iniziato a slittare e, se l’auto si fosse rotta, avrei avuto parecchi problemi.
La luce inizia ad essere particolarmente fastidiosa, già durante il viaggio gli occhi avevano iniziato a lacrimarmi copiosamente; mi metto comunque a letto e, più il tempo passa, più il fastidio aumenta. Devo infatti tenere gli occhi chiusi, e quando per qualsiasi ragione li apro, escono contemporaneamente 2 o 3 lacrime per occhio che mi bagnano il colletto della camicia. Il dolore aumenta sempre di più.
Quando il dolore arriva a livelli molto elevati, quasi insopportabili, penso: “ma chi me lo ha fatto fare? Prima stavo bene ed adesso mi ritrovo in queste condizioni…”. Chi aveva fatto l’intervento prima di me, non mi aveva detto che si soffriva a questi livelli… o aveva mentito, oppure il dolore è altamente soggettivo e dipende dalla persona e dal tipo di occhi. I miei sono chiari e sono sempre stati delicati. Spero che sia questa la ragione.
Arrivato alla soglia della mia massima sopportazione, decido di chiamare il dottore per chiedergli se la terapia con i colliri la devo iniziare subito oppure se devo attendere il giorno successivo, mi risponde di fare già due cicli prima di andare a dormire.
Inizio quindi a mettermi i colliri ma, nel frattempo prendo anche un analgesico. Non sono dell’idea che il dolore aiuti la guarigione come in molti, anche inconsciamente, pensano: il dolore se possibile va evitato e quindi mangio un crostino e prendo la pillola; sono le 16 circa e il dolore è ormai diventato insopportabile.
Anche mettere i colliri è assai difficoltoso, devo infatti aprire gli occhi e la cosa mi risulta assai difficoltosa; inoltre chi mi sta aiutando con i colliri ha bisogno di un pochino di luce per far cadere la goccia dentro l’occhio… e la luce è insopportabile.
Non so se è l’effetto dei colliri, oppure l’effetto dell’analgesico, ma alle 18 circa il dolore praticamente cessa: con la stessa rapidità con cui è aumentato, è diminuito repentinamente. Continuo ad avere fastidio e vedo male, ma il tutto è divenuto magicamente sopportabile. Mi imprimo comunque bene in mente di ricordarmi quello che ho passato, che seppure di “breve” durata, non è stato sicuramente piacevole.
La luce mi da meno fastidio, però continuo a portare gli occhiali scuri. Durante tutto il pomeriggio ho sempre sonnecchiato, è stato quasi un dormiveglia. Ceno normalmente, vado a dormire alle 21 e passo una notte tranquilla.
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