Parlate di 75 e S.Z. e quindi devo proprio partecipare alla discussione...
Io sono cresciuto con le Alfa TP di Arese e vi posso dire che sono state tutte auto per appassionati di meccanica, di bella guida e di prestazioni.
A parte le precedenti Giulia, Giulietta e Alfetta, conosco molto bene la 75 in quanto l'ultima che mio padre ha comprato (la quinta...), una 2.0 twin spark, é rimasta in casa 20 anni e 310'000 km, di cui almeno 70'000 fatti da me.
La 75 é l'ultima evoluzione della meccanica lanciata con l'Alfetta degli anni 70 e, nonostante i grossi problemi finanziari e gestionali che hanno creato grossi vincoli, l'Alfa é riuscita a creare una macchina dall'estetica IMHO molto bella, dalla meccanica speciale e dalla guida bellissima.
A livello estetico la 75 (in particolare la T.S.) aveva una linea che esprimeva sportività e grinta unite ad una certa eleganza.
A livello meccanico sfido tutti voi a trovare in quel periodo (anni 80) una berlina da famiglia, proposta ad un prezzo medio (che oggi portebbe essere del livello di quello di una golf) che potesse proporre (parlo in particolare della twin spark):
- motore completamente in lega di alluminio
- variatore di fase sull'aspirazione
- distribuzione a catena
- doppio albero a camme
- doppia candela con accensione indipendente e in tempi diversi (2 bobine, una per gruppo di candele)
- 5 marce con 5° di potenza
- distribuzione dei pesi 50/50 tra anteriore e posteriore
- trazione dalla parte giusta (TP)
- differenziale autobloccante
- sospensioni anteriori a quadrilateri
- ponte posteriore DeDion
- 148 cv e 19 kgm per circa 1'200 kg
Anche oggi é difficile trovare queste cose in auto che vengono fatte pagare almeno il doppio.
Che poi, a ben guardare si tratta di quelle caratteristiche che io e penso anche molti di voi cerchiamo nelle nostre amate MX5 (oltre al cabrio).
E poi la guida. Sportiva, intuitiva, comunicativa. Il modo come si affrontavano le curve veloci, con l'auto che si stabilizzava sulle due ruote posteriori (si sentiva bene come il ponte rigido teneva le ruote ben salde alla strada) e sulla anteriore esterna, lasciando l'anteriore interna scarica e quasi sollevata. E appena si posava in questo equilibrio, le curve le potevi fare a tutte le velocità con la certezza e la sensazione di stabilità che non ti avrebbe mollato. Ci sono curve che non sono mai riuscito a rifare a certe velocità e con la stessa sensazione di sicurezza con le altre macchine che ho avuto (tra cui Golf GTI 2.0 16v, 147 2.0, l'attuale 147 JTDM con asetto della GTA, oltre a varie auto a noleggio che spesso guido).
Il tutto accompagnato dalla spinta del 2 litri, dal caratteristico suono, musicale, gutturale, da brivido, che diventava un canto quando interventiva il variatore e capivi che il motore era progettato per girare tra i 4'000 ed i 6'200, senza una vibrazione, con risposte fulminee e grinta da vendere.
La S.Z. é di fatto l'ultima evoluzione della 75. Prodotta in piccola serie, era sviluppata sul pianale (accorciato) della 75, con le stesse sospensioni ma modificate come sulle 75 da corsa (che all'epoca, fin che c'erano i soldi per farle gareggiare, sbaragliavano la concorrenza). In particolare davanti le barre di torsione venivano sostituite da molle, nel postriore le molle e gli ammortizzatori erano montati sullo stesso asse più altre modifiche di dettaglio.
Il 3 litri Busso non era un mostro di potenza, ma é sempre stato uno di quei motori che spingevano bene e sempre, sia ai bassi che agli alti regimi, con grinta ed un suono, una musica, inarrivabili.
L'unico peccato é forse che l'ultima evoluzione del Busso, le 24 valvole, sia arrivata dopo.
In sostanza, la S.Z. era il canto del cigno di tutto quello che era stata l'Alfa di Arese. Per questo motivo é diventata all'instante un auto da collezionisti, da appassionati di Alfa e di quella guida, che non sono interessati a confrontarla con altre vetture, magari più veloci, ma che non hanno tutto quel carattere nella guida e quella storia alle spalle e che non hanno il difficile compito di consegnare tutto questo alla storia dell'auto con un modello esclusivo.
Certo, sebbene a me piaccia (perlomeno la coupè), non posso dire che l'estetica fosse particolarmente bella e nemmeno tanto curata, ma sicuramente é un auto che non si scorda. E probabilmente, chi ha comprato questi due modelli non si é tanto curato della parte estetica, ma si é concentrato sul significato che questi due modelli hanno.
Scusate se mi sono dilungato, ma le Alfa (quelle vere) sono le Alfa.
Io sono cresciuto con le Alfa TP di Arese e vi posso dire che sono state tutte auto per appassionati di meccanica, di bella guida e di prestazioni.
A parte le precedenti Giulia, Giulietta e Alfetta, conosco molto bene la 75 in quanto l'ultima che mio padre ha comprato (la quinta...), una 2.0 twin spark, é rimasta in casa 20 anni e 310'000 km, di cui almeno 70'000 fatti da me.
La 75 é l'ultima evoluzione della meccanica lanciata con l'Alfetta degli anni 70 e, nonostante i grossi problemi finanziari e gestionali che hanno creato grossi vincoli, l'Alfa é riuscita a creare una macchina dall'estetica IMHO molto bella, dalla meccanica speciale e dalla guida bellissima.
A livello estetico la 75 (in particolare la T.S.) aveva una linea che esprimeva sportività e grinta unite ad una certa eleganza.
A livello meccanico sfido tutti voi a trovare in quel periodo (anni 80) una berlina da famiglia, proposta ad un prezzo medio (che oggi portebbe essere del livello di quello di una golf) che potesse proporre (parlo in particolare della twin spark):
- motore completamente in lega di alluminio
- variatore di fase sull'aspirazione
- distribuzione a catena
- doppio albero a camme
- doppia candela con accensione indipendente e in tempi diversi (2 bobine, una per gruppo di candele)
- 5 marce con 5° di potenza
- distribuzione dei pesi 50/50 tra anteriore e posteriore
- trazione dalla parte giusta (TP)
- differenziale autobloccante
- sospensioni anteriori a quadrilateri
- ponte posteriore DeDion
- 148 cv e 19 kgm per circa 1'200 kg
Anche oggi é difficile trovare queste cose in auto che vengono fatte pagare almeno il doppio.
Che poi, a ben guardare si tratta di quelle caratteristiche che io e penso anche molti di voi cerchiamo nelle nostre amate MX5 (oltre al cabrio).
E poi la guida. Sportiva, intuitiva, comunicativa. Il modo come si affrontavano le curve veloci, con l'auto che si stabilizzava sulle due ruote posteriori (si sentiva bene come il ponte rigido teneva le ruote ben salde alla strada) e sulla anteriore esterna, lasciando l'anteriore interna scarica e quasi sollevata. E appena si posava in questo equilibrio, le curve le potevi fare a tutte le velocità con la certezza e la sensazione di stabilità che non ti avrebbe mollato. Ci sono curve che non sono mai riuscito a rifare a certe velocità e con la stessa sensazione di sicurezza con le altre macchine che ho avuto (tra cui Golf GTI 2.0 16v, 147 2.0, l'attuale 147 JTDM con asetto della GTA, oltre a varie auto a noleggio che spesso guido).
Il tutto accompagnato dalla spinta del 2 litri, dal caratteristico suono, musicale, gutturale, da brivido, che diventava un canto quando interventiva il variatore e capivi che il motore era progettato per girare tra i 4'000 ed i 6'200, senza una vibrazione, con risposte fulminee e grinta da vendere.
La S.Z. é di fatto l'ultima evoluzione della 75. Prodotta in piccola serie, era sviluppata sul pianale (accorciato) della 75, con le stesse sospensioni ma modificate come sulle 75 da corsa (che all'epoca, fin che c'erano i soldi per farle gareggiare, sbaragliavano la concorrenza). In particolare davanti le barre di torsione venivano sostituite da molle, nel postriore le molle e gli ammortizzatori erano montati sullo stesso asse più altre modifiche di dettaglio.
Il 3 litri Busso non era un mostro di potenza, ma é sempre stato uno di quei motori che spingevano bene e sempre, sia ai bassi che agli alti regimi, con grinta ed un suono, una musica, inarrivabili.
L'unico peccato é forse che l'ultima evoluzione del Busso, le 24 valvole, sia arrivata dopo.
In sostanza, la S.Z. era il canto del cigno di tutto quello che era stata l'Alfa di Arese. Per questo motivo é diventata all'instante un auto da collezionisti, da appassionati di Alfa e di quella guida, che non sono interessati a confrontarla con altre vetture, magari più veloci, ma che non hanno tutto quel carattere nella guida e quella storia alle spalle e che non hanno il difficile compito di consegnare tutto questo alla storia dell'auto con un modello esclusivo.
Certo, sebbene a me piaccia (perlomeno la coupè), non posso dire che l'estetica fosse particolarmente bella e nemmeno tanto curata, ma sicuramente é un auto che non si scorda. E probabilmente, chi ha comprato questi due modelli non si é tanto curato della parte estetica, ma si é concentrato sul significato che questi due modelli hanno.
Scusate se mi sono dilungato, ma le Alfa (quelle vere) sono le Alfa.
NCFL 2.0i 16v 55 LeMans
ex NBFL 1.8i 16v youngster
ex NBFL 1.8i 16v youngster