Dangerfield78 Ha scritto:Quello che dovrebbe fare FCA, è ambire a sostituire le auto in rosso con delle auto proprie ma a quanto pare questa moderna concezione del mercato non prevede un consolidamento casalingo.
E infatti si farà l'opposto su entrambi i fronti. Pensa, i vertici di FCA sono così tardi che hanno deciso di non investire su prodotti che non garantiscono margini (e che in alcuni casi hanno contribuito al fallimento del proprio costruttore).
Analogalmente non consolideranno un bel nulla in Italia. Altra scelta proprio difficile da interpretare. Se consideriamo che l'Italia è stato forse il terzo paese europeo per crollo di immatricolazioni tra il 2009 e il 2013 (dopo Grecia e Romania) e se consideriamo che i risultati peggiori il gruppo li ha avuti proprio quando si è concentrata sul mercato domestico, negli anni 90......viene proprio da domandarsi come mai non abbiano investito sul mercato italiano in questi anni, visto le premesse promettenti.
Ma purtroppo il nostro settore è afflitto da questa sciagura: i dirigenti sono tutti tonti, mentre i geni stanno solo sui forum e rifiutano tutte le offerte che ricevono dalle case.
Dangerfield78 Ha scritto:io personalmente non comprerei mai un'auto fatta in polonia o in qualsiasi altro paese tecnicamente meno avanzato dell'Italia o senza una tradizione industriale automobilistica.
Tornando seri: perchè? Ovvero cosa definisce un paese "tecnicamente avanzato"? Una Audi TT prodotta in Ungheria è forse assemblata peggio di una A1 assemblata in Belgio? O una Cayenne o Touareg prodotte in Slovacchia sono forse di qualità inferiore ad una Polo spagnola? Decisamente no. Tolta la A1, sono tutte auto ben assemblate se confrontate con la media del proprio segmento.
Le auto si assemblano praticamente nello stesso modo ovunque. Non siamo più negli anni 50 o 60. Un nuovo operaio su una linea qualsiasi arriva a imparare il mestiere nel giro di poche settimane o pochi giorni, senza necessità di anni di esperienza e affinamento tecnico. Potrebbe assemblare auto o assemblare frigoriferi, le operazioni sono perfettamente paragonabili. L'unica cosa che conta veramente è come hai progettato il processo di assemblaggio. Ovviamente escludendo gli estremi: impianti afflitti da luddismo cronico o produzioni quasi artigianali, nell'ambito del lusso.
Per cui che tu produca in Polonia, in Finlandia o nel Paranà, le differenze saranno minime a parità di prodotto.
Proprio per questo è da kamikaze puntare su modelli generalisti facendo concorrenza all'Europa dell'est sul costo del lavoro. E' come pensare che in Italia una produzione su cui puntare possa essere quella delle magliette o dei rubinetti. Ogni tanto al telegiornale ti mostrano qualche imprenditore con una fabbrichetta da 9 dipendenti che faceva tappi per penne bic e ha dovuto chiudere perchè i cinesi gli facevano concorrenza. E tutti giù a domandarsi di chi siano le colpe. Al di là del dispiacere per quei 9 dipendenti, a vedere certe cose a me scappa da ridere.
E per lo stesso motivo mi viene da ridere quando sento certi sindacalisti che di fronte a Melfi protestano contro l'investimento sul Renegade e sulla 500X. L'argomento sarebbe: "bisogna tornare ad investire in Italia con modelli ad elevato volume come la Punto". Ottimo, visto che il segmento B è quello che garantisce i risultati economici peggiori, perchè mai non investire in un paese dove il costo del lavoro (che non significa solo salario) è svantaggioso a livelli ridicoli? Così invece di avere il problema di ricollocare subito una porzione dei dipendenti di Melfi, ci troveremo tra tre anni col problema di dover ricollocare tutti i dipendenti di Melfi. (però son 3 anni di tessere e di quote, per cui al sindacalista che gli importa?)
Siamo convinti che in Italia i dirigenti siano tutti tonti, a differenza di quelli di altre case? Perfetto. Allora una domanda: perchè per esempio esiste un unico modello nel segmento A generalista prodotto in Europa occidentale? Uno solo. Se è così sbagliato produrre prodotti generalisti in paesi "tecnicamente meno avanzati", allora qualcuno mi spieghi perché è lungimirante quello che sta facendo tutta l'industria europea.
Ora, sintetizzando. Sono ben lontano dal dire che tutte le scelte fatte da FCA negli ultimi 10 anni siano state brillanti. Ad esempio togliere la produzione della Panda dalla Polonia riportandola in Italia si è rivelato un errore non da poco. Ma la decisione di bloccare gli investimenti in nuovi prodotti è stata lungimirante se consideriamo cosa è accaduto nel resto d'Europa nel frattempo. Basta prendere come esempio quanto è costato complessivamente il default di PSA o fare il conto del totale degli impianti chiusi e dei licenziamenti in Europa negli ultimi 4 anni (una ecatombe passata sostanzialmente sotto silenzio da noi, visto che i giornalisti sembrano impegnati a coprire notizie evidentemente più serie).
E penso che il gruppo avrà ancora enormi difficoltà da affrontare in futuro. Da un lato perchè la scelta è di continuare ad investire in Italia su Maserati e Alfa Romeo. Una scelta che sicuramente mi fa piacere, ma al tempo stesso mi preoccupa, viste le condizioni del paese. Dall'altro c'è il problema che forse (ma questa è un'opinione del tutto personale) il lavoro di pulizia fatto da Marchionne al suo arrivo non è bastato. Forse avrebbe dovuto essere più radicale per avere effetti più duraturi. O forse non avrebbe dovuto fermarsi alle seconde o terze linee, ma proseguire più in basso. Non so dirlo con esattezza: lavoro nel settore più o meno 5 anni e penso che per poterne capire veramente le dinamiche non ne bastino 20 o 25. Ma la sensazione è che ci vorrebbe più ossigeno e meno zavorra.